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12 Dicembre 2020 - 20:12
NAPOLI. La congiura dei collaboratori di giustizia per incastrare il presunto killer del boss in carrozzina. Il processo che si sta celebrando davanti alla Corte d’assise di Benevento e che vede alla sbarra Nicola Fallarino, unico imputato per l’omicidio del capozona sannita Cosimo Nizza, si tinge sempre più di giallo. Una sfilza di punti di interrogativi che finiscono per legare a doppio filo la sanguinosa vicenda agli affari criminali della camorra dell’hinterland orientale di Napoli. Protagonista, neanche a dirlo in negativo, l’ex narcos vesuviano Pasquale Matarazzo, oggi collaboratore di giustizia, che durante un periodo di detenzione comune avrebbe concordato con l’ex ras dei Casamonica, Agostino Riccardo, le accuse da lanciare al “sicario” Fallarino. La macchinazione non è però finita qui: i due avrebbero provato a coinvolgere nell’affare anche un terzo uomo, anch’egli collaboratore di giustizia, che adesso deciso di rivelare tutto agli inquirenti della Dda. Se non è uno tsunami giudiziario poco ci manca.
SUPER TESTIMONE. Il clamoroso colpo di scena è maturato in seguito alla decisione della Procura antimafia di depositare nel processo beneventano una nota di accompagnamento di corrispondenza riservata. Un atto scottante, il cui avviso di deposito è stato notificato anche all’avvocato Domenico Dello Iacono, difensore di Fallarino. Pasquale Matarazzo, per la cronaca, è attualmente coinvolto sia nel procedimento sannita, nel ruolo di accusatore, che in quello napoletano attualmente pendente in Corte d’appello, in questo caso nelle vesti di imputato-pentito. Ebbene, le rivelazioni fornite dal terzo pentito, la cui identità resta per il momento “top secret”, rischiano di avere ripercussioni dirompenti su entrambe le cause. Tornando all’omicidio del ras in carrozzina, il nuovo collaboratore di giustizia ha infatti sostenuto di essere stato avvicinato nel sito protetto da Agostino Riccardo, il quale gli avrebbe proposto una comoda opzione per ottenere dei benefici. Non solo, il super testimone ha anche affermato di aver sentito l’ex ras dei Casamonica accordarsi con Pasquale Matarazzo in merito alla dinamica del delitto Nizza.
ACCUSE IN BILICO. Il nuovo teste sarà ora oggetto di uno scrupoloso esame in aula nell’udienza fissata per l’inizio della prossima settimana, ma intanto l’impianto accusatorio ha già iniziato a scricchiolare. La difesa di Fallarino, sulla scorta di un estenuante lavoro di controindagine, già nei mesi scorsi aveva del resto rappresentato le proprie perplessità circa la genuinità delle accuse lanciate dai primi due collaboratori di giustizia. Sia Riccardo che Matarazzo, quest’ultimo ben nove mesi dopo il proprio pentimento, avevano infatti sostenuto di aver appreso dallo stesso Fallarino del suo coinvolgimento nell’agguato. Entrambi, nel riferire ai pm, avevano però riportato la medesima “imprecisione”: cioè, che il “killer” si trovava alla guida dello scooter e non, come accertato in seguito, sul sellino del passeggero. Una strana coincidenza.
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