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I napoletani Buanne e Corona tra gli eroi di ogni giorno premiati da Mattarella

I napoletani Buanne e Corona tra gli eroi di ogni giorno premiati da Mattarella

Sono 36 le cittadine e i cittadini che anche quest'anno il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto premiare con l'Onorificenza al merito della Repubblica italiana. Eroi di ogni giorno, distintisi per l'impegno quotidiano nella solidarietà, nel volontariato, per l'attività in favore dell'inclusione sociale, nella cooperazione internazionale, nella promozione della cultura, della legalità e del diritto alla salute. Tra questi i napoletani Angela Buanne e Ciro Corona.

ANGELA BUANNE. Angela Buanne, 54 anni, madre di Livia Barbato, morta a 20 anni nel luglio 2015 per le ferite riportate in un incidente stradale causato dal fidanzato che, in stato di ebbrezza, guidò contromano per diversi chilometri sulla Tangenziale di Napoli. Nello stesso incidente perse la vita anche il conducente dell'auto proveniente dal senso giusto di marcia. 

«È un riconoscimento che mi dà forza e oggi posso davvero dirlo: sono fiera di me» dice Angela, che ha ricevuto l'onorificenza “per il suo contributo alla causa della sensibilizzazione presso i giovani sul tema della sicurezza stradale e del contrasto all'alcolismo e alle stragi del sabato sera".

Da diversi anni Angela Buanne incontra gli studenti delle scuole e racconta la sua vicenda e quella della figlia, contenute nel libro “Viaggio al centro della notte" del giornalista Luca Maurelli.

La notizia dell'onorificenza è arrivata ieri attraverso una telefonata: «Ero a pranzo con mio figlio e ho visto il numero, prefisso 06, ho pensato che fosse un call center e inizialmente non ho risposto. Poi forse - sorride - mia figlia dall'alto mi avrà inviato qualche segnale invitandomi a rispondere. Era la segreteria del Quirinale, sono rimasta senza parole. Sono ancora confusa, commossa ed emozionata».

Buanne spiega di aver scritto una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella «nella quale gli ho raccontato la nostra vicenda, come avrei fatto con un amico. Non mi aspettavo che rispondessero, ma addirittura ricevere l'onorificenza è qualcosa di troppo grande che premia me e Luca Morelli. Soprattutto - prosegue - premia questa fatica enorme che facciamo andando in giro per le scuole. A livello emotivo è faticoso, ai ragazzi faccio rivivere i momenti di quella mattina: la telefonata, la corsa in ospedale. I ragazzi devono capire cosa succede a una madre quando muore un figlio. È la fine. Con Lidia poi avevamo un legame fisico, eravamo molto legate e la sento sempre accanto a me, sotto un'altra dimensione. Ho trasformato questo dolore per dare un senso alla morte di Lidia».

Un lavoro che, sottolinea Angela Buanne, dà i suoi frutti: «I ragazzi ci ascoltano, non si distraggono neanche con il cellulare. Li facciamo ridere, piangere, ci abbracciano. È la nostra grande vittoria, una storia bellissima di cui sono veramente contenta».

CIRO CORONA. «Come tanti altri a Scampia, non ho scelto la strada della camorra e neppure quella della fuga. Ne ho scelto una terza: quella di restare, di resistere ed esistere». Ciro Corona, 40 anni, lo racconta nel suo libro “(R)esistere a Scampia", edito nel 2019. Laureato in filosofia, dal 1998 lavora come operatore sociale nel ruolo di educatore di strada e di comunità. Socio fondatore, nel 2008, dell'associazione (R)esistenza anticamorra (di cui è presidente) e, nel 2012, della Cooperativa sociale (R)esistenza (di cui è legale rappresentante). ''

«R)esistenza -spiega- ha sempre avuto una idea di sociale differente, un sociale non assistenziale ma responsabile. Pensiamo che sia dal basso che si producano gli anticorpi per contrastare malapolitica e camorra. Mostrando alla gente nuovi modelli di sviluppo e generando una possibilità di scelta. Quella possibilità di scelta che per tanti anni è mancata. È solo vivendo il territorio che si fa antimafia».

Attraverso l'associazione gestisce anche il Fondo rustico Amato Lamberti, il primo bene agricolo confiscato di Napoli sul quale vengono ora prodotti vino, miele, confetture e birra artigianale secondo la logica dell'agricoltura sociale (in particolare, ad esempio, con percorsi lavorativi individualizzati per detenuti). Punto di riferimento per quanti resistono alla criminalità organizzata, ha creato uno sportello anti-camorra ed è coordinatore del polo socio-culturale intitolato a Gelsomina Verde, giovane ventiduenne vittima della camorra.

«Ieri pomeriggio mi è arrivata la telefonata della Segreteria del Presidente Mattarella. Ho risposto: “Se state scherzando, sappiate che qua abbiamo già diecimila problemi"». Così racconta il momento in cui ha appreso di essere stato insignito dell'Onorificenza al Merito della Repubblica Italiana «per il suo quotidiano e instancabile impegno nella promozione della legalità e nel contrasto al degrado sociale e culturale».

«Ci godiamo il momento - dice Corona - ma voglio sottolineare che questo dev'essere il riconoscimento a una rete e non a una persona, altrimenti creiamo i falsi miti e le icone che non servono a nessuno. Ormai (R)esistenza è diventata un modo di fare, un'idea, un modo di vivere, una scelta di vita e oggi quella scelta viene riconosciuta dalla massima carica dello Stato. Ma noi abbiamo una rete a Milano, a Roma, in Calabria, ovviamente a Napoli, quindi è giusto parlare di rete e non di chi poi va a prendersi gli applausi in giro per l'Italia». 

Corona sottolinea inoltre l'importanza «che la massima carica dello Stato riconosca il lavoro dal basso. Finalmente l'antimafia sociale viene riconosciuta dallo Stato, soprattutto senza mai aver avuto intermediazioni, senza essere mai stata nei palazzi, anzi facendo la lotta a chi sta nei palazzi. Abbiamo sempre detto che l'antimafia deve posare giacca e cravatta e deve sporcarsi le mani sui territori. Oggi il Presidente della Repubblica riconosce e premia questo impegno».

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