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Pregliasco: «Zona rossa anche dopo il 6 gennaio, la terza ondata è certa»

Pregliasco: «Zona rossa anche dopo il 6 gennaio, la terza ondata è certa»

"I numeri di questi giorni non consentono di stare tranquill, la terza ondata di Covid è praticamente sicura, speriamo non sia un'ondona". Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università statale di Milano, dalle pagine della Stampa rompe la sua consueta moderazione per mettere in guardia dai pericoli che le feste sembrano aver fatto dimenticare. "Gli ultimi dati dimostrano la stanchezza del lockdown.

Grazie all'impegno di tutti nei mesi scorsi sono stati raggiunti risultati importanti, ma ora la curva rallenta troppo lentamente per cui è urgente intervenire con nuove misure. Inoltre, la diffusione della variante inglese rende indispensabile velocizzare la campagna di vaccinazione", afferma l'esperto, secondo il quale "durante le feste è stato concesso qualche strappo, ma pranzi, cene e ritrovi vanno dimenticati fino al vaccino".

 

«La vaccinazione non darà risultati a breve»

Pregliasco spiega che "la vaccinazione non darà risultati a breve", per questo sarebbe auspicabile continuare con la zona rossa "per diversi mesi, circa fino a fine 2021". "Non c'è un manuale per il lockdown e bisogna procedere per tentativi, ma sarebbe bene che dopo il 7 tutte le regioni aderissero a regole più rigorose", dice.

 

Sulla riapertura delle scuole

Quanto alle scuole, "con l'attuale circolazione del virus sono pericolose sia per quello che vi succede dentro sia per il traffico che innescano, ma ha senso il tentativo di riaprirle parzialmente per valutare nel tempo gli effetti ed eventualmente ricalibrarsi. Anche perché la scuola ha pari dignità rispetto ai servizi essenziali e ai luoghi di lavoro, che fin qui si è cercato di privilegiare sacrificando invece svaghi e turismo".

Il tasso di positività del 14,1%, significa "che le feste non hanno portato bene e che la situazione sta peggiorando. Dall'8 dicembre, nonostante le chiusure, gli italiani si sono frequentati troppo per cui ci aspetta un gennaio con una potenziale terza ondata. Che si spera non diventi un'ondona", sostiene Pregliasco, che sul numero delle vittime spiega: "Scenderanno quando i contagi caleranno sotto 5mila, mentre ora sono oltre 22mila. Se non modifichiamo i nostri costumi ci attendono tanti altri morti".

 

Report Iss: Rt sale a 0.93, epidemia ancora grave

L’indice Rt nazionale sale a 0.93. In aumento per la terza settimana consecutiva. È quanto emerge dalla bozza del monitoraggio della cabina di regia dell’Iss-ministero, relativo all'emergenza coronavirus per il periodo di riferimento 22-27 dicembre e in possesso dell’Adnkronos Salute.

"L'epidemia in Italia si mantiene grave ancora a causa di un impatto elevato sui servizi assistenziali. Tre regioni hanno un Rt puntuale maggiore di 1 e altre 3 hanno un valore che sfiora l'1", emerge dal documento. "La Regione Veneto oltre ad un Rt puntuale maggiore di uno si accompagna a una incidenza particolarmente elevata", sottolinea il report.

 

"In particolare - analizza il documento - 9 Regioni e province autonome sono classificate a rischio basso: 11 sono classificate a rischio moderato, di cui tre (Emilia-Romagna, Valle d’Aosta e Veneto) hanno una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese nel caso si mantenga invariata l’attuale trasmissibilità. Una Regione (Sardegna) ha una classificazione del rischio 'non valutabile' -equiparato a rischio alto- data la bassa percentuale di completezza dei dati".

L'incidenza dell'epidemia "rimane ancora molto elevata e l’impatto è sostenuto nella maggior parte del Paese. Inoltre, si continua ad osservare nella maggior parte delle Regioni un rischio moderato o alto di una epidemia non controllata e non gestibile. Tale situazione conferma la necessità di mantenere la linea di rigore delle misure di mitigazione adottate nel periodo delle festività natalizie".

Si osserva una diminuzione generale dell’impatto della epidemia nei servizi assistenziali, con i tassi di occupazioni dei posti letto in terapia intensiva e aree mediche sotto la soglia critica a livello nazionale per la prima volta dalla fine di ottobre. Comunque, si rileva, ancora 10 Regioni/PPAA hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica. Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve diminuzione da 2.731 (21/12/2020) a 2.565 (28/12/2020); anche il numero di persone ricoverate in aree mediche è diminuito passando da 25.145 (21/12/2020) a 23.932 (28/12/2020). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali.

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