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Armi e attentati, Lazzaro e Manauro restano in cella

Armi e attentati, Lazzaro  e Manauro restano in cella

Convalidato il fermo disposto dalla Dda nei confronti dei due giovani ras. Nell’inchiesta coinvolti altri due aderenti agli “scissionisti” dai Puccinelli-Petrone

NAPOLI. Fermo convalidato dal gip per detenzione di arma da fuoco e danneggiamento alla pizzeria “Sciuscià”, le cui vetrine sono state sforacchiate durante la “stesa” con sparatoria in viale Traiano del 14 luglio scorso. Cosicché Salvatore Lazzaro, 23enne detto “Lullù”, ed Emanuele Manauro detto “o’ leon” (il leone) sono rimasti dietro le sbarre dopo il fermo disposto dalla Dda venerdì sera su indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Napoli. A carico di entrambi viene contestata l’aggravante mafiosa. Ma a Pianura e nel rione Traiano si vocifera che nell’inchiesta sarebbero coinvolti altri due aderenti agli “scissionisti” dai Puccinelli-Petrone: Gennaro Cozzolino e Salvatore Basile detto “Cozzca nera”, che sarebbero irreperibili. I quattro formerebbero l’asse portante del neonato gruppo entrato in contrasto in particolare con colui che gli inquirenti e gli investigatori definiscono il ras emergente della zona: Francesco Petrone detto “o’ nano e’ Stracetta”. Salvatore Lazzaro è figlio di Gaetano, personaggio molto noto alle forze dell’ordine che si occupano della criminalità dell’area flegrea, anche se ritenuto ultimamente fuori dal giro malavitoso. “Lullù” ed Emanuele Manauro sono stati bloccati in un pub nella notte tra venerdì e sabato scorso, dopo che il primo per alcuni giorni si era trasferito in provincia di Napoli . Infuriava la guerra con i Puccinelli-Petrone e su entrambi i fronti poteva scapparci il morto da un momento all’altro. Non è però accaduto. Come ormai da tradizione, anche la “stesa” in viale Traiano è avvenuta di notte: precisamente alle 2. Quattro uomini su due scooter hanno fatto fuoco per sei volte con una mitraglietta: due colpi hanno mandato in frantumi la vetrina della pizzeria “Sciuscià”, altrettanti hanno bucato la carrozzeria di un’autovettura parcheggiata e due sono stati esplosi in aria. Poi la fuga rapida, prima dell’arrivo delle Volanti dell’Ufficio prevenzione generale della questura. Già il 27 giugno scorso c’era stata una sparatoria, sempre senza feriti, in viale Traiano. I contrasti tra i due gruppi originari e con base nel rione Traiano sarebbero scoppiati a maggio scorso per vicende relative alle numerose piazze di spaccio della zona, diventata la seconda Scampia per i traffici di sostanze stupefacente. Come nell’area nord di Napoli, i prezzi bassi e la quantità di droga smerciata stanno attirando clienti da tutta la città e così è aumentato il volume d’affari, circostanza che ovviamente può scatenare appetiti sempre maggiori. La zona di viale Traiano in cui si è verificata la “stesa” è vicina al luogo del sequestro dell’arsenale, fucili e pistole, al clan Sorianiello. Era passata da poco la mezzanotte, quando dopo aver compiuto perquisizione e controlli a raffica, l’8 luglio scorso gli uomini dello Stato hanno concentrato l’attenzione sui vani dei contatori dell’acqua che si trovano nei cortili del civico 302 di viale Traiano.

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