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La mala di Ponticelli trema, il killer dei "Bodo" si pente

La mala di Ponticelli trema, il killer dei "Bodo" si pente

NAPOLI. Prima solo sussurri e frasi a mezza bocca, poi voci insistenti e conferme. Così a dicembre scorso si è sparsa la notizia a Ponticelli della decisione di Rosario Rolletta, ex affiliato ai De Micco, di collaborare con la giustizia.

Un passo che ha prodotto, come sempre ovviamente, la richiesta ai familiari di andare in località segreta sotto protezione: alcuni avrebbero accettato, altri no.
 

Nel frattempo si avvicina la prossima udienza del processo per l’omicidio Annunziata D’Amico “’a passilona” in cui è imputato anche “’o friariello”, com’è soprannominato il 35enne.

Fonti ufficiose riferiscono che Rosario Rolletta  abbia iniziato la sua collaborazione dopo la sparatoria di cui rimase vittima il 2 novembre scorso in via Argine.
 

Un agguato mirato a uccidere, tant’è vero che fu ferito da un proiettile al braccio sinistro e da uno di striscio alla nuca mentre si trovava alla guida di una “Clio”.
 

Ai poliziotti del commissariato Ponticelli intervenuti per primi al pronto soccorso dell’ospedale Villa Betania, dov’era riuscito ad arrivare alla guida della propria macchina, “Friariello” raccontò che ad agire erano state alcune persone a bordo di un’altra vettura che l’aveva affiancato, lasciando partire diversi colpi d’arma da fuoco.
 

La polizia trovò nel luogo indicato dalla vittima un’ogiva deformata e un bossolo mentre sulla portiera anteriore sinistra della Renault c’erano due fori di proiettili.

Secondo l’accusa Rosario Rolletta avrebbe partecipato all’omicidio di Nunzia D’Amico  detta “’a passilona” per conto dei De Micco, come ha raccontato agli inquirenti il pentito Salvatore Pomatico.
 

Il 35enne è finito nel mirino per aver partecipato alle fasi finali dell’agguato alla donna boss del “Conocal”, sorella dei ras detenuti Antonio, Giuseppe e Giacomo “Fraulella”. «Quello che so - ha messo a verbale Pomatico - mi è stato riferito da Rosario Rolletta detto “’o friariello”, il quale mi raccontò il fatto quando era agli arresti domiciliari.

 

Una sera scese da me, abitando noi due nello stesso palazzo ma in piani diversi, e iniziò a vantarsi di aver partecipato alle fasi finali dell’omicidio dell’Annunziata D’Amico. Innanzitutto evidenziò i suoi rapporti con Antonio De Martino detto “XX” e che l’omicidio era maturato nella guerra tra i “Bodo” e i D’Amico detti “i Fraulella” per l’egemonia nel rione Conocal di Napoli.

 

Nonché come risposta al fatto che il compagno della vittima, Salvatore Ercolani detto “Cernobill”, aveva sparato a casa di Fabio Riccardi, ras dei “Bodo” che abita in via Nuova Caravita di Cercola». Rosario Rolletta, secondo il racconto di Pomatico, quella stessa sera indicò in Antonio De Martino uno degli autori dell’omicidio.

 Ma durante la fuga era capitato l’imprevisto, un incidente stradale, e così era entrato in scena lui, che fino a quale momento non aveva partecipato in nessun modo al delitto. «Durante la fuga erano stati costretti a lasciare la Suzuki “Swift”. Rosario Rolletta mi disse, vantandosi, che aveva personalmente recuperato l’autovettura e l’aveva incendiata».

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