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Pizzo anche ai parcheggiatori, 15 arresti nel clan D'Ausilio

Pizzo anche ai parcheggiatori, 15 arresti nel clan D'Ausilio

Operazione dei carabinieri del Comando Provinciale di Napoli coordinati dalla locale Procura - Direzione Distrettuale Antimafia - con diversi arresti nei quartieri Cavalleggeri, Bagnoli, Coroglio ed Agnano di Napoli, quartieri. Numerose, secondo gli investigatori, le estorsioni da parte del Clan D'Ausilio ai danni di attività imprenditoriali e commerciali. Le indagini hanno permesso, inoltre, di acquisire importanti elementi di prova in relazione a una gestione ''mafiosa'' dei parcheggi abusivi in prossimità dei locali notturni. I parcheggiatori dovevano pagare una tangente di almeno 200 euro a settimana.

Sono 15 le misure cautelari personali eseguite questa mattina dai carabinieri all'esito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli - Direzione Distrettuale Antimafia - nei confronti di altrettanti indagati appartenenti al clan D'Ausilio, operante nei quartieri di Napoli Cavalleggeri d'Aosta, Bagnoli, Coroglio e Agnano del Capoluogo, accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, omicidio, lesioni personali, detenzione illegale di armi, estorsione, favoreggiamento, ricettazione.

L'11 maggio 2016, il detenuto Felice D'Ausilio, figlio dello storico capo clan Domenico, detto Mimì o'sfregiato, lasciava la Casa di Reclusione di Tempio Pausania (Sassari) dove stava scontando l'ergastolo per omicidio e associazione di tipo mafioso, per godere di un permesso. Una volta uscito dal carcere, autorizzato a recarsi presso l'abitazione della sorella libero e senza scorta, di fatto si è reso irreperibile. Sebbene in clandestinità, Felice D'Ausilio avrebbe imposto il suo predominio, secondo gli investigatori, per riconquistare il controllo delle attività criminali sui quartieri: immediata l'escalation di violenze con ''stese'', pestaggi, atti intimidatori e dimostrativi compiuti da persone a lui riconducibili per la ripresa della gestione delle attività illecite sul territorio, in quel momento appannaggio del gruppo Bitonto-Nappi.

Le investigazioni, coordinate dalla Dda partenopea, oltra a consentire la cattura il 19 dicembre 2016 del latitante Felice e l'individuazione della sua rete di fiancheggiatori, hanno fatto emergere l'inequivocabile contrapposizione armata in atto tra i gruppi criminali e la piena operatività del clan D'Ausilio, rientrante nella sfera d'influenza e di controllo dei Licciardi, famiglia aderente allo storico cartello della criminalità organizzata denominato Alleanza di Secondigliano. Diverse le estorsione documentate ai danni di attività imprenditoriali e commerciali: imprese edili, bar, officine meccaniche, lidi balneari, parcheggiatori abusivi, prostitute e ormeggi di barche, con il pagamento, con cadenza periodica o una tantum, di somme di denaro tra 100 euro e 50mila euro.

Le indagini hanno permesso di acquisire elementi di prova in relazione ad una gestione ''mafiosa'' dei parcheggi abusivi in prossimità dei locali notturni insistenti sull'area Flegrea, che si concretizzava anche con azioni violente nei confronti degli stessi parcheggiatori per costringerli a sottostare al dominio criminale e a versare una parte degli introiti illeciti alle casse del sodalizio, con il pagamento di una ''tangente'' di almeno 200 euro a settimana. Proprio nell'ambito di questa strategia criminale è avvenuto l'omicidio del parcheggiatore abusivo Gaetano Arrigo, il 17 giugno 2016, per il quale sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza a carico di due affiliati al clan. Nel corso delle attività investigative sono stati già sottoposti a fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Dda nel settembre 2016 e maggio 2017, sette appartenenti al gruppo camorristico per estorsioni ai danni di imprenditori e attività commerciali.

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