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19 Gennaio 2021 - 19:07
NAPOLI. Seicento lettere partite solo negli ultimi giorni e destinate a quei proprietari che, secondo la Napoli Servizi, occupano ancora alloggi abusivi. Il Comune di Napoli a distanza di cinque anni è tornato all’attacco sugli immobili abusivi “condonati” e quindi con regolare licenza in sanatoria. Per il consigliere della nona municipalità Pasquale Strazzullo che nel 2015 aiutò numerosi cittadini a difendersi dal tentativo del Comune di Napoli di sfrattare numerose famiglie dalle loro abitazioni, di proprietà, provando a requisire gli immobili e chiedendo anche una indennità di occupazione per gli ultimi cinque anni di occupazione, si tratta dell’ennesimo atto «subdolo contro il quale, questa settimana, dopo aver parlato ancora con i nostri legali, agiremo con un’azione coordinata».
In pratica, spiega il consigliere, nel 2015 a seguito del contenzioso con la Romeo Gestioni S.p.A. che si occupava della gestione di tutto il patrimonio comunale, la stessa avanzando un credito milionario dal Comune, non volle trasmettere gli archivi, sia elettronici sia cartacei, alla società entrante Napoli Servizi S.p.A., tra cui le pratiche di condono edilizio. «A queste condizioni, prosegue Strazzullo, la nuova società di gestione patrimoniale fece riferimento a dei vecchi registri dove si annotavano le acquisizioni al Patrimonio indisponibile del Comune a seguito dei sequestri giudiziari dei cantieri e degli immobili abusivi. Questa procedura, che non ha tenuto conto delle successive domande di condono e delle consecutive licenze edilizie rilasciate in sanatoria, ha fatto incorrere in grave errore l’amministrazione comunale la quale inviò diverse centinaia di diffide a legittimi proprietari di immobili ed in alcuni casi addirittura agli inquilini, richiedendo la restituzione dell’immobile e una gravosa indennità di occupazione».
Fortunatamente, spiega Strazzullo che ha seguito personalmente i singoli casi e mettendo gratuitamente a disposizione dei cittadini il suo operato per rispondere alle svariate pratiche, oltre a spaventare i destinatari delle lettere di diffida, che in alcuni casi ha messo a serio rischio la salute fisica e psicologica dei più deboli, si è risolto il tutto in un nulla di fatto. «Ora, conclude il consigliere, il comune riconoscendo la legittimità delle proprietà dei diffidati nel 2015, a distanza di cinque anni è tornato alla carica per chiedere le presunte indennità di occupazioni dei cinque anni antecedenti il rilascio delle concessioni in sanatoria. Una vicenda che ha dell’inverosimile e che già ha visto l’attivazione del consigliere Pasquale Strazzullo che in queste ore si sta confrontando con affermati avvocati amministrativisti per mettere in campo la difesa dei cittadini a quella che ritiene l’ennesima vigliaccata probabilmente utile ad arricchire le fantomatiche entrate del bilancio comunale di una giunta ed era de Magistris che volge al termine».
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