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Whirlpool, migranti, bambini: gli incontri di don Battaglia

Whirlpool, migranti, bambini: gli incontri di don Battaglia

Mattinata di incontri per il nuovo arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia. "Don Mimmo", fa sapere la Chiesa di Napoli con un post pubblicato su Facebook, ha visitato la famiglia di un operaio dello stabilimento Whirlpool di via Argine, «in difficoltà a causa della perdita di lavoro». La visita è «segno dell'attenzione al mondo del lavoro e alla piaga endemica della sua mancanza nonché la volontà ecclesiale di camminare insieme alle istituzioni e alla società civile per ridare dignità e futuro alle tante famiglie che vedono compromessa la propria sicurezza e serenità a causa della disoccupazione». 

In precedenza ha incontrato i familiari di Francesco Della Corte, vigilante ucciso il 3 marzo 2018 a colpi di spranga da tre giovani, all'epoca dei fatti minorenni. "Don Mimmo" ha incontrato i familiari di Della Corte proprio nel luogo in cui è avvenuta l'aggressione risultata fatale all'uomo, la stazione della metropolitana di Piscinola, quartiere dell'area nord di Napoli. Il neo arcivescovo «ha salutato la famiglia Della Corte che, con un progetto di solidarietà, ha trasformato un'area limitrofa a quella in cui è avvenuta l'uccisione del padre e marito, Franco, in un parco giochi per bambini. E la storia di una vittima innocente, che rappresenta il mondo di chi è oppresso dalla violenza, dalla criminalità, dalla devianza».

Ancora l'incontro, nella zona dei Camaldoli, E.D., una ragazza nigeriana arrivata in Italia nel 2016 dopo un lungo viaggio di sfruttamento e violenze ripetute. «Giunta nel nostro Paese - fa sapere la Chiesa di Napoli - ha scoperto di avere l'Aids e, dopo un momento di disperazione, grazie all'accoglienza nella "Casa famiglia Riario Sforza" della Caritas Diocesana di Napoli, gestita dalle suore Vincenziane, ha ricominciato a sperare e a sognare. Nella carne di E. sono impresse le ferite della migrazione, dello sfruttamento e della violenza sulle donne, dell'emarginazione connessa alla malattia e allo stesso tempo la speranza di Napoli, città del mediterraneo, che si è fatta per lei casa accogliente».

Don Mimmo poi è andato a San Giovanni a Teduccio nell’Associazione "Figli in famiglia": ha incontrato una «bambina che, condividendo con tanti suoi coetanei la fatica di crescere in un territorio ferito e periferico, rappresenta per la comunità diocesana e per l’intera città un appello a farsi carico della speranza e dei sogni dei più piccoli, attraverso un’ attenzione costante alle problematiche educative e sociali».

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