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15 Settembre 2016 - 13:19
Il reato ipotizzato, per ora, è quello della diffamazione. L’iscrizione nel registro degli indagati risale ad un anno fa. La donna era stata protagonista di un video hard che, contro la sua volontà, aveva avuto un'ampia diffusione sul web. Da allora la 31enne è stata presa di mira sui social network, anche con pagine a lei dedicate e caratterizzate da contenuti offensivi nei suoi riguardi. I funerali oggi alle 15 a Casalnuovo. Il suo avvocato: «Il silenzio rappresenta l'unico modo per rispettare la memoria di una giovane vittima dell'utilizzo distorto di internet e dei social network». Appello della famiglia: ora basta, lasciateci nel nostro dolore
Ci sono quattro persone indagate per diffamazione nei confronti di Tiziana Cantone, la 31enne morta suicida protagonista di un video hot diventato virale un anno fa sul web. E anche questa iscrizione nel registro degli indagati, a quanto si e' appreso, risale ad un anno fa, quando cioe' Tiziana presento' una querela contro le quattro persone alle quali aveva mandato via whattapp le immagini hard che poi hanno fatto il giro del web, con milioni di click, senza il suo consenso; l'origine della fragilita' che poi portato la ragazza a impiccarsi con un foulard due giorni fa in uno scantinato. A indagare il procuratore di Napoli Fausto Zuccarelli e dal pm Alessandro Milita. La Procura di Napoli Nord invece, compentente per territorio rispetto quel decesso, ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Al momento non ci sono indagati ma la svolta pare sia breve.
Istigazione al suicidio. Questo il reato ipotizzato dalla Procura di Napoli Nord che ha aperto un fascicolo sulla morte di Tiziana Cantone, la 31enne che si è suicidata ieri a casa di alcuni familiari a Mugnano . La donna era stata protagonista di un video hard che, contro la sua volontà, circa un anno fa aveva avuto un'ampia diffusione sul web. Da allora la 31enne, della quale furono presto note le generalità, è stata presa di mira sui social network, anche con pagine a lei dedicate e caratterizzate da contenuti offensivi nei suoi riguardi.
Ieri la tragica decisione di togliersi la vita: T.C. si è impiccata con un foulard nella cantina dell'abitazione a Mugnano. Alcuni giorni fa, nell'ambito della causa civile intentata dalla donna, il Tribunale di Napoli Nord, con un provvedimento d'urgenza, aveva imposto la rimozione dal web di qualunque contenuto riferibile alla vicenda.
Una frase, "stai facendo un video? Bravo", rivolta a chi stava filmando, è finita addirittura sulle t-shirt che ancora oggi sono in vendita su una delle più popolari piattaforme di e-commerce.
Le tante pagine web e sui social network che ironizzavano sulla vicenda e deridevano la protagonista, considerata da molti in cerca di notorietà, sono sparite; in poche ore sono nate decine di pagine dal tono totalmente opposto, che chiedono giustizia per la giovane donna vittima del cyberbullismo. Qualcuno, con una petizione su "change.org", chiede la presenza del presidente della Camera Laura Boldrini ai funerali.
L'Orchestra sinfonica di Salerno 'Claudio Abbado', sulla sua pagina Facebook, ha preso le distanze da quanto scritto sul social network da un suo orchestrale. Il post choc dell'uomo non è sfuggito alla blogger Selvaggia Lucarelli, che ne ha anticipato la cancellazione diffondendolo sulla propria pagina e auspicando una presa di posizione da parte dell'Orchestra 'Claudio Abbado'. Presa di posizione che è arrivata poco dopo da parte della presidenza dell'Orchestra che, "fermo restando il rispetto per la libertà di pensiero di ogni persona", prende le distanze da quanto scritto dall'orchestrale e si riserva di "prendere gli opportuni e necessari provvedimenti".
Luigi Sarnataro, sindaco di Mugnano, ha chiesto "massimo rispetto per la famiglia e per la memoria della nostra giovane concittadina". Il sindaco ha dedicato alla vicenda un post sulla sua pagina Facebook, con il quale spiega che l'amministrazione comunale di Mugnano "si stringe attorno al dolore della famiglia" per la "prematura scomparsa" della donna.
''Esistono infiniti modi di ammazzare una persona, e nell'era della condivisione i leoni da tastiera impugnano un mouse e ''ammazzano'' chi gli capita a tiro''. Lo ha detto il sindaco di Casalnuovo, Massimo Pelliccia, commentando il suicidio della 31enne. Pelliccia nel pomeriggio si rechera' a Mugnano, insieme ad altri amministratori cittadini, a casa della madre della 31enne, dipendente comunale, ed originaria di Casalnuovo, per portarle il cordoglio proprio e dell'intera cittadinanza. ''Il suicidio della giovane 31enne che ha deciso di arrendersi alla vita perche' sopraffatta dalla gogna mediatica, non puo' lasciare nessuno indifferente - ha aggiunto Pelliccia - Urge una riflessione seria sulla violenza generata da un uso 'criminale' dei mezzi di comunicazione di massa e soprattutto servono pene esemplari per chi con gesti, link e condivisioni, spinge le vittime in uno stato di isolamento che, nella maggior parte dei casi, sfocia in tragedia. Tutta la nostra vicinanza alla famiglia della giovane''.
Tiziana aveva vinto, ma doveva comunque versare denaro a piattaforme web che per breve tempo l'avevano fatta diventare bersaglio di oscenita'. Il giudice del Tribunale di Napoli Nord aveva stabilito che Tiziana Cantone, la 31enne suicida protagonista piu' di un anno fa di un video hot virale, aveva ragione ed aveva obbligato con una sentenza diversi social, come Facebook, e a rimuovere le immagini che la riguardavano postate a sua insaputa, i commenti e le frasi ingiuriose. Ma nella stessa decisione aveva scritto che la 31enne avrebbe dovuto pagare 20mila in totale a cinque siti che invece erano stati 'assolti'. Forse quel pronunciamento dell'8 agosto scorso, dopo la citazione della giovane per la rimozione dai siti del video hard del quale era protagonista suo malgrado, aveva influito in negativo sulla fragilita' di Tiziana. Alla 31enne era stato imposto un rimborso nei confronti di Citynews, Youtube, Yahoo, Google e Appideas di 3.645 euro ciascuno per le spese legali, oltre al rimborso delle spese generali nella misura del 15 per cento, perche' avevano gia' rimosso i video.
"Il suicidio della giovane Tiziana ripropone il tema della gogna cui la rete rischia di esporci in mancanza di una adeguata consapevolezza, da parte degli utenti, della natura di spazio non circoscritto e degli effetti lesivi che può avere una comunicazione violenta o la ferocia nella irrisione degli altri". Lo sottolinea il Garante della Privacy, Antonello Soro. "Servono procedure di risposta più tempestive da parte delle diverse piattaforme, ma è anche necessario far crescere il rispetto delle persone in rete. In questa prospettiva è sempre più urgente un forte investimento nella educazione digitale per promuovere una cultura ed una sensibilità adeguate alle nuove forme espressive del mondo on-line".
Sostanzialmente si equivalgono le somme che avrebbe dovuto dare e ricevere a titolo di esborsi e spese legali per il procedimento di urgenza con cui la 31enne suicida dopo la diffusione in rete dei video hard aveva sollecitato il giudice a ordinare la rimozione di video e commenti da siti, motori di ricerca e giornali online. E' quanto emerge dal dispositivo dell'ordinanza dal giudice del Tribunale Napoli Nord Monica Marrazzo. Il giudice infatti ha condannato Facebook, Sem srl, Ernesto Alaimo, Pasquale Ambrosino e Rg Produzioni (responsabili di testate giornalistiche online) alle spese in favore della ricorrente liquidate ''in euro 320, per esborsi, e euro 3.645 per compenso professionale, oltre al rimborso delle spese generali nella misura del 15 per cento sul compenso''. Il giudice ha altresi' condannato la ricorrente al rimborso in favore della Citynews, YouTube LLC, Yahoo Italia, Google Ideas delle spese ''che liquida (per ciascuno di essi) in 3645 euro per compenso professionale, oltre al rimborso spese generali nella misura del 15 per cento sul compenso''
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