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Alta tensione al Vomero, patto con Secondigliano

Alta tensione al Vomero, patto con Secondigliano

NAPOLI. Alcune scarcerazioni eccellenti, tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, e un accordo con la malavita della Masseria Cardone.

Così il clan del Vomero-Arenella, definito nelle ultime mappe di camorra “ex CimminoCaiazzo”, starebbe cercando di riorganizzarsi dopo gli arresti a raffica negli anni scorsi di boss e luogotenenti e la crisi inevitabile che ne è conseguita.

Secondo alcuni investigatori che si occupano della malavita della zona collinare, che avrebbero raccolto notizie confidenziali, sarebbe infatti in corso un accordo o quantomeno un patto di non belligeranza con i Licciardi, storica cosca che sembra inossidabile nonostante i ripetuti colpi subiti nel tempo dalla magistratura e dalle forze dell’ordine. Insieme all’intera Alleanza di Secondigliano (come spieghiamo meglio a parte) ha resistito più di tutti alla controffensiva dello Stato partita dal momento dell’arresto della ras in gonnella Maria “’a piccolina”, sorella di Vincenzo “’o chiatto”.

Ecco perché diventare alleati del gruppo di Secondigliano è sinonimo di forza. Nelle ultime informative redatte dalla polizia giudiziaria si farebbe riferimento al nuovo asse di camorra tra la zona collinare e la Masseria Cardone, senza però almeno per il momento indicare con certezza i nomi degli uomini del Vomero che si sono posti a capo del clan. Si tratterebbe di informazioni provenienti dal territorio e ancora in fase di riscontro, ma che sono ritenute attendibili da chi conosce le dinamiche della malavita della zona.

La situazione nei rispettivi campi è simile. Dei “vecchi” ras del Vomero, Antonio Caiazzo è in carcere, Luigi Cimmino sta scontando un ultimo periodo di casa di lavoro e potrebbe non essere lontano dal ritorno in libertà, Andrea Teano da poco ha ottenuto gli arresti domiciliari mentre è libero Gennaro Formigli, il più esperto di tutti in base all’età. Inoltre, di Andrea Basile e Giovanni Caruson appena la settima scorsa si è saputo.

Tra il clan di Secondigliano un nipote dei capicosca fungerebbe da reggente e referente. Per gli investigatori, che non hanno raccolto indizi su reati commessi, le notizie confidenziali giunte sull’accordo con i Licciardi hanno bisogno di ulteriori riscontri.

Nel frattempo si studia l’andamento dei reati denunciati, a cominciare dalle estorsioni in una zona caratterizzata dalla presenza di numerosi e in molti casi, prestigiosi esercizi commerciali. L’andamento sembrerebbe lo stesso degli ultimi anni mentre ancora non si dà per sconfitta la piaga del traffico di stupefacenti.

La situazione, comunque, appare diversa già dall’anno corso. Quando, come si legge nell’ultima relazione della Direzione investigativa antimafia riferita al primo semestre 2020, il VomeroArenella sembrava poter diventare terra di conquista.

Ecco ciò che scrivono gli investigatori con base negli uffici di via Galileo Ferraris. «Nei quartieri del Vomero e dell’Arenella gli assetti della criminalità risentono dell’assenza degli storici titolari delle organizzazioni Cimmino e Caiazzo. Ciò favorisce tentativi di penetrazione da parte di clan attivi in altri contesti territoriali per la gestione delle attività illecita».

Ma ora sarebbe in corso la riorganizzazione del clan e se fosse così l’analisi in questo caso sarebbe datata.

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