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Omicidio Mazzanti: il killer ha 17 anni

Omicidio Mazzanti: il killer ha 17 anni

Il giovane, rinchiuso nel carcere minorile di Catania per altri reati, sparò contro la vittima e Giovanni De Crezio il pomeriggio del 3 maggio 2015, in vico Lungo san Matteo ai Quartieri Spagnoli

Nonostante la sua giovane età, 17 anni, aveva deciso di far valere le proprie ragioni in materia criminale facendo fuoco su due sue rivali: Mario Mazzanti di 29 anni, appartenente all'omonimo gruppo camorristico, e Giovanni De Crezio, uccidendo il primo e ferendo il secondo. Con l'accusa di omicidio, tentato omicidio, porto e detenzione illegale di armi, reati aggravati dal metodo mafioso, la polizia di Napoli ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in un istituto penitenziario minorile nei confronti di F.V. Le indagini della Squadra mobile, coordinate dalla procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Napoli, hanno consentito di far luce su quanto accadde nel primo pomeriggio del 3 maggio 2015 in vico Lungo san Matteo, ai Quartieri Spagnoli di Napoli nella zona detta "Chianche".  Le investigazioni, anche di natura tecnica, hanno accertato che l'omicidio di Mazzanti si inquadra "in un contesto di contrapposizione armata tra clan camorristici rivali" particolarmente accesa in quel periodo quando giovanissimi criminali, appartenenti al clan camorristico Sibillo-Giulino-Brunetti-Amirante, attraverso omicidi e fatti di sangue, imposero il proprio dominio in gran parte del centro storico di Napoli controllando di fatto gli introiti illeciti legati prevalentemente al traffico di sostanze stupefacente ed alle estorsioni. Le indagini hanno evidenziato - si legge in una nota della Questura - la contiguità di F.V. al clan camorristico e come il delitto si inquadri proprio in tali accese diatribe e nella necessità del minore di far valere le proprie ragioni nei confronti di Mazzanti con il quale aveva avuto diversi contrasti nei giorni precedenti. Nonostante la giovane età, F.V. nutriva ambizioni di predominio sul territorio dimostrando di essere "particolarmente incline alla violenza". Il provvedimento restrittivo è stato notificato all'indagato presso l'istituto penitenziario minorile di Catania dove è detenuto per altra causa.

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