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06 Marzo 2021 - 07:30
NAPOLI. Il rampollo del “sistema” dello Chalet Bakù deve tornare in carcere, anzi no. È una vicenda a dir poco singolare quella nella quale è incappato il giovane Salvatore Gemito, nipote diretto dei boss Raia, che nel giro di ventiquattro ore si è ritrovato dietro le sbarre di Poggioreale e subito rispedito agli arresti domiciliari. E il motivo è presto detto: l’accusa riportata nell’ordine di esecuzione della carcerazione emesso dalla Procura è stata erroneamente formulata come associativa, mentre il ventenne di Scampia è stato in realtà condannato in via definitiva a cinque anni per spaccio semplice. Preso atto dell’abbaglio, la Dda non ha quindi potuto far altro che accogliere l’articolata istanza avanza dal difensore di Gemito, l’esperto penalista Dario Carmine Procentese, disponendo l’immediata liberazione del pusher. Già nel tardo pomeriggio di ieri il rampollo del Bakù ha così potuto fare rientro nella propria abitazione. Un ritorno, il suo, che a Scampia non è passato inosservato: in serata sono state infatti esplose in zona diverse batterie di fuochi pirotecnici. Circostanza che gli investigatori ipotizzano possa essere collegata proprio alla clamorosa scarcerazione.
Nonostante la giovanissima età quello di Salvatore Gemito è già un volto piuttosto noto agli archivi delle forze dell’ordine. Il suo ultimo arresto risale alla fine di giugno 2019, quando nel corso dell’ennesimo blitz nel Lotto T/A i carabinieri lo sorpreso, insieme al complice Amodio Di Donato, in possesso di 1.851 dosi di co- caina, per un peso complessivo di 1 chilo e 721 grammi, e 399 dosi di crack, per un peso totale di 88 grammi. Insomma, tutto il necessario per portare avanti una prolifica piazza di spaccio. Per quella vicenda il rampollo del clan Raia, temibile costola del gruppo Notturno, è stato condannato a cinque anni di reclusione: pena che il 22enne stava scontando agli arresti domiciliari. Quando il verdetto è diventato definitivo ecco che però si è materializzata l’inattesa tegola. Giovedì mattina la Procura ha infatti emesso un ordine di esecuzione della carcerazione per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti: reato che però Gemito non ha mai commesso. Il difensore Procentese ha quindi prodotto un’articolata istanza, composta da oltre venti pagine, davanti alla quale i pm non hanno potuto far altro che tornare sui propri passi. Disposta l’immediata scarcerazione, già ieri pomeriggio Salvatore Gemito ha quindi fatto rientro nella propria abitazione.
L’ultima volta in cui il suo nome aveva fatto capolino nelle pagine di cronaca era il 12 aprile dello scorso anno e anche in quel caso si trattava di una scarcerazione. Le esigenze cautelari si erano infatti attenuate e per lo specialista dello spaccio arrestato a giugno 2019
dopo essere trovato in possesso di oltre duemila dosi di droga erano scattati gli inattesi arresti domici- liari. La difesa aveva in quel caso puntato tutto sul merito delle esigenze cautelari, ormai attenuatesi. Ritenendo valida l’argomentazione difensiva, i giudici della Corte d’appello avevano quindi deciso di concedere il beneficio degli arresti in casa al giovanissimo pusher di Scampia. Poi, tra giovedì mattina e ieri, l’ennesimo colpo di scena.
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