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18 Marzo 2021 - 07:00
NAPOLI. Primo giorno di adesioni alla campagna vaccinale per le categorie fragili: sono oltre mille le adesioni pervenute attraverso i medici di famiglia già nella tarda mattinata di ieri, nella stessa giornata in cui è stata aperta la piattaforma per il personale scolastico e universitario e quello Ata relativo a cittadini campani che svolgono l’attività fuori regione.
Ma è una prima giornata nella quale non mancano le polemiche, con i medici di base subissati di richieste di persone che chiedono di pter aderire dalla campagna vaccinale.
Le modalità di accesso problematiche; il notevole lavoro caduto su chi deve seguire pazienti Covid in terapia domiciliare; le richieste di chiarimento sul vaccino AstraZeneca; l’inserimento di chi non riesce da solo a effettuare la procedura di registrazione, creano notevoli problemi.
Ai quali, in verità, i medici non si sottraggono ma criticano le procedure che prevedono che il paziente fragile si rechi personalmente allo studio; legga e firmi le cinque pagine di consenso informato; che gli vengano illustrato gli eventuali effetti collaterali del vaccino e che proceda poi all’inserimento di tutti i dati e della anamnesi del paziente.
Procedura piuttosto lunga per pazienti oltre all’andirivieni negli studi medici che potrebbe aumentare il rischio di contagio.
Sarebbero stato meglio, secondo molti professionisti, quello di fornire alle Asl gli elenchi dei pazienti fragili con l’indicazione della patologia. Luigi Sparano, rappresentante della Fimmg Napoli, è chiaro:
«La confusione e il caos sono generati dalla sbagliata comunicazione resa dalla Regione Campania che prima sigla un accordo e poi lo pubblicizza in maniera diversa.
È un fatto davvero imbarazzante, destruente e sta portando i medici a scoppiare».
E ancora: «Il problema vero è la mancanza di vaccini perché se i medici ne avessero la disponibilità, in particolare del vaccino Moderna, che può essere gestito anche dalla medicina generale a differenza di Pfizer, potrebbero somministrarlo direttamente».
Sparano sottolinea che «per tutti i medici la priorità è raggiungere la salvaguardia del paziente soprattutto dei fragili e che sia data loro la possibilità di essere vaccinati negli studi o a domicilio da quel medico
che li conosce, che li controlla da anni, con cui hanno un rapporto confidenziale e di fiducia e che conosce anche le terapie che seguono».
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