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20 Marzo 2021 - 20:29
Benno Neumair ha confessato il duplice omicidio dei genitori. È quanto si legge nei verbali dei due interrogatori desecretati dalla Procura di Bolzano durante i quali l’indagato, alla presenza dei difensori, ha ammesso le sue responsabilità.
La procura di Bolzano ha trasmesso all’ufficio del Gip il fascicolo relativo alle indagini nei confronti di Benno con richiesta di incidente probatorio sulla capacità di intendere e volere del ragazzo attualmente detenuto.
In attesa delle determinazioni del giudice per le indagini preliminari e dei primi esiti dell’incidente probatorio in corso, proseguono le ricerche volte a ritrovamento del corpo di Peter Neumair.
Il legale - "Non sono stupito del fatto che ci fossero delle dichiarazioni confessorie da parte di Benno perché altrimenti non mi sarei spiegato la scelta di fare una richiesta di incidente probatorio che in realtà ci è stata notificata già la settimana scorsa".
Lo dice all'Adnkronos l'avvocato Carlo Bertacchi, legale di Madé Noeumair, sorella del ragazzo arrestato.
"La mia assistita ha avuto notizia dell'ammissione di responsabilità fatta dal fratello con la diffusione della nota della Procura, ma quando l'ho sentita stava entrando in sala operatoria, quando uscirà dall'intervento al quale sta partecipando vedremo di commentare insieme anche i contenuti dell'interrogatorio del quale ad oggi non avevamo copia in quanto secretati.
Non siamo stupiti che la linea difensiva imboccata sia quella dell'incapacità di intendere e di volere - aggiunge - totale o parziale. Vedremo ora quali saranno gli esiti dell'incidente probatorio, la cui richiesta è stata avanzata ma non è stata ancora fissata udienza di conferimento incarico al perito che verrà nominato dal giudice".
Venti minuti di follia nei racconti di Benno Neumair
Il 30enne accusato di aver ucciso i genitori Laura Perselli e Peter Neumair a Bolzano il 4 gennaio scorso.
La cronologia del delitto è stata ricostruita dal figlio 30enne, ora in carcere con l'accusa di duplice omicidio mentre gli inquirenti indagano sulla possibilità di una premeditazione.
"Papà mi rinfacciava che non valevo niente – racconta il giovane nei verbali riportati da Corriere della Sera -.
Si parlava delle mie responsabilità, di mia sorella…
Mi sono sentito alle strette e mi sono rifugiato in camera mia.
A quel punto vengo incalzato anche se volevo stare in pace. Volevo solo il silenzio. Così l'ho zittito. Ho preso dalla bacinella di plastica dei miei attrezzi la prima corda di arrampicata che ho trovato".
I due avevano discusso animatamente quel giorno e tutto era partito da un motivo apparentemente banale: il turno per portare fuori il cane della nonna. In poco tempo si era arrivati a discutere di responsabilità e di soldi.
Secondo Benno, suo padre quel giorno sarebbe entrato in camera e lo avrebbe svegliato, insistendo per farlo uscire di casa.
Alla base vi era la necessità di portare a spasso il cane della nonna. "Mio padre voleva che aiutassi di più in casa" ha spiegato.
La nonna era ricoverata in ospedale e proprio quel giorno ne sarebbe uscita.
Quando è esplosa la prima discussione sulla necessità di aiutare in casa, Benno racconta di essersi rifugiato nella sua stanza per non dover litigare oltre.
Lì avrebbe acceso il computer e si sarebbe addormentato.
Tempo dopo è entrato Peter, che lo ha svegliato e ha continuato a insistere sulla mancata collaborazione di Benno nell'economia domestica.
Pochi minuti, perché poi l'argomento principale della discussone sono diventati i soldi.
"Ai miei genitori davo 350 euro di affitto da quando sono tornato a Bolzano – ha raccontato Benno -.
Mio padre voleva che prendessi l'appartamento di sotto, altrimenti mi avrebbe chiesto 700 euro a partire da gennaio.
Io avevo risposto che non era giusto, mentre lui insisteva che dovevo uscire di casa e che mia sorella si pagava già da sola un appartamento in Germania. Io mi sentivo male dentro".
Il litigio è andato avanti fino all'atto estremo di Benno.
"L'ho zittito con una corda.
Eravamo in corridoio, siamo cascati insieme per terra e non so se l'ho strozzato da dietro o da davanti.
Ho stretto molto forte, poi sono rimasto seduto o sdraiato in corridoio.
Ha suonato il cellulare e probabilmente ho risposto.
Poi mi sono sentito di nuovo agitato quando ho sentito il rumore del cellulare e del chiavistello.
Mi sono mosso verso la porta con ancora il cordino in mano.
Mia mamma è entrata in casa e mi è venuto di fare la stessa cosa, senza neppure salutarla".
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