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21 Marzo 2021 - 07:00
NAPOLI. Levate di scudi alla notizia di delegare ai privati la cura e la manutenzione della Villa Comunale da parte del Comune che, è bene ricordarlo, in questi anni non è riuscito a tenere i giardini simbolo di Napoli, nemmeno in maniera pressochè decente.
Politici, del Movimento 5 Stelle, e associazioni, Imprese di Difesa e Tutela Ambientale, insorgono contro quella che definiscono una «svendita del patrimonio di Napoli, il punto più basso in cui ci l’amministrazione de Magistris ha precipitato il nostro capoluogo.
Dopo aver messo in saldi i tram storici, che altrove avrebbero un valore inestimabile, aver eliminato alberi e verde in ogni angolo della città, e dopo i misteri irrisolti delle Torri Aragonesi e della Chiesa di Portosalvo, le cui opere di restauro sono avvolte nel mistero più fitto a oltre dieci anni dai rispettivi affidamenti, il paradosso lo si è raggiunto con l’affidamento della Villa Comunale a un’associazione privata» dice Maria Muscarà, consigliera regionale.
Mentre di operazione di «cessione a privati della nostra storica Villa -parla Assoimpredia -. Chi non è stato in grado di salvaguardare dal degrado e dalla fatiscenza il più importante polmone verde della città, per tradizione, storia e architettura, lo affida a terzi, sottraendo alla città un bene comune-dice Alberto Patruno, segretario di Assoimpredia che chiede - di impegnare subito i 14 milioni per ridare alla città l'utilizzo dei parchi cittadini».
A dare man forte c’è anche il consigliere comunale Matteo Brambilla il quale facendosi un po’ di conti, (i 5.300.000 alla Napoli Servizi per occuparsi del verde pubblico e i 13.880.000 di euro dalla Città Metropolitana per interventi straordinari sui 19 parchi cittadini, dalla Villa Comunale (2milioni euro) al Parco Virgiliano (1.700.000 euro) al Parco Troisi (un milione) al Parco dei Camaldoli (1.800.000 euro) e via dicendo), tirando le somme si rende conto che proprio non tornano: tanti soldi ma sostanza zero. «Il problema vero - dicono i comitati che in questi anni si sono battuti per una manutenzione almeno decente della Villa Comunale denunciando anche l’immobilismo colpevole del Comune - non è la cosiddetta resa dei conti di San Giacono in quanto incapace di prendersi cura del verde urbano, è come si è arrivati a questo».
La Villa nelle condizioni attuali infatti è disastrosa. Buche, sporcizia, aiuole rinsecchite, alberi che crollano al minimo alito di vento, cani che la fanno da padroni e padroni che non hanno un briciolo di senso civico, mancanza di controllo. Senza contare lo scempio del cantiere della Linea 6 e degli ascensori e delle camere d’aria.
«Però non piace l’idea che siano due “privati” a fare il lavoro del Comune», perchè al fianco dell’associazione Premio GreenCare con la presidente Benedetta de Falco, ci sarà anche la stazione Anton Dhorn, e dunque il Miur, che ha già avuto in affido la Casina del Boschetto e che presto avrà anche la Casina Pompeiana.
Alla stazione zoologica, tra le più importanti del mondo, spetterà la “cura culturale” della Villa Comunale, ovvero la possibilità di farne un polo di ricerca e un attrattore culturale visto il materiale a disposizione. Mentre all’associazione Premio GreenCare, resterà il compito di tenere la Villa Comunale in maniera decente.
Che non è poco viste le condizioni in cui si trova adesso. D’altronde l’associazione e la sua presidente sono note a Napoli per il lavoro svolto. Capodimonte, Floridiana, parco della reggia di Casrta tanto per citare alcune delle “imprese” in cui si è buttato il Premio GreenCare, anima e corpo coinvolgendo altre associazioni, singoli volontari e tutti coloro che avevano voglia di fare qualcosa per rendere meno impraticabile il verde urbano.
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