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Marta Novello, la mamma dell'aggressore: «La Dad ha reso mio figlio aggressivo»

Marta Novello, la mamma dell'aggressore: «La Dad ha reso mio figlio aggressivo»

Marta Novello si è svegliata dal coma farmacologico e la notizia ha fatto tirare un sospiro di sollievo non solo alla sua famiglia ma anche alla madre del giovane aggressore.

Marta, infatti, è stata aggredita con più di venti coltellate mentre faceva jogging in una stradina isolata a Mogliano Veneto, in provincia di Treviso, da un ragazzo di appena 16 anni che avrebbe provato a rapinarla.

LA MAMMA DELL'AGGRESSORE

Quando ha saputo che Marta Novello aveva scampato il pericolo, la madre del suo aggressore è scoppiata in lacrime di felicità: «Sapere che se la caverà mi rende felice, ho pensato tanto a lei e al dolore dei suoi genitori».

 La mamma dell'aggressore che ha solo 16 anni non riesce a spiegarsi quanto ha fatto il figlio: «Quello che ha fatto mio figlio è terribile – continua a ripetere sconvolta - Mi dispiace così tanto».

IL PADRE LO HA ABBANDONATO PRIMA ANCORA CHE NASCESSE

La mamma ha dovuto crescere il ragazzo da sola perchè il padre se ne andò prima ancora che nascesse: «Ne stanno parlando tutti. Ne parla Salvini, la Meloni, il sindaco e pure i vicini. Dicono delle cose cattive: gli danno del drogato, del bullo e se la prendono con le sue origini ma nessuno lo conosce».

IL TEMPO DELLA DOCCIA E LUI NON C'ERA PIU'

La donna fa la cuoca e torna a casa nel pomeriggio. Il tempo di fare una doccia e lui non c'era più. A casa aveva lasciato il suo telefono. «Ho chiamato gli amici e neanche loro lo avevano visto. Mi sono preoccupata e avevo deciso di andarlo a cercare. Appena ho aperto la porta ho visto i carabinieri e ho pensato a un incidente. Mi hanno detto dell'aggressione e non volevo crederci, non mi ero accorta che in casa mancava un coltello da cucina. Mio figlio non era mai stato violento, io non potevo crederci».

CON LA DAD NON RIUSCIVA A TROVARE UN EQUILIBRIO

«Negli ultimi tempi aveva grandi difficoltà a seguire le lezioni in remoto, non ce la faceva a restare chiuso in casa. Non riusciva a trovare un equilibrio. Non è una giustificazione, ma sto cercando un senso a tutto questo dolore».

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