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28 Marzo 2021 - 14:54
Continua lo sciame sismico nell'Adriatico centrale, colpito ieri da una serie di forti scosse di terremoto dopo quella di magnitudo 5,6.
Una quindicina quelle registrate solo nelle scorse ore, dalla mezzanotte alle 7,30, dall'Ingv, di magnitudo compresa tra 2,1 a 3,2, questa localizzata in mare a una profondità di 10 chilometri.
L’epicentro è stato localizzato a circa 90 chilometri dal promontorio pugliese del Gargano e dalle isole Tremiti e a circa 30 chilometri dall'isola croata di Lastovo.
Il terremoto e stato avvertito lungo gran parte della costa adriatica, da Ancona a Foggia, ma anche in diverse zone della Campania e del Lazio.
Terremoto in Adriatico "avvenuto in area molto complessa"
“Entro i primi 30 minuti dalla scossa principale si sono registrati due eventi di magnitudo 4,1, uno di magnitudo 4 e tre di magnitudo superiore a 3″, ha spiegato all’Ansa il sismologo Salvatore Stramondo, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Il terremoto di ieri secondo il sismologo è avvenuto in un'area geologicamente molto complessa, dove la microplacca adriatica si scontra con la placca continentale:
una prima ipotesi che a generare sia stato un meccanismo di scorrimento nel quale abbiano avuto un ruolo le Dinaridi, la catena montuosa che attraversa parte dei Balcani, la cui struttura sottomarina si sovrappone alla zona dell’epicentro.
Carlo Meletti, Direttore della sezione di Pisa dell’Ingv, commentando lo sciame sismico ha spiegato che in caso di magnitudo più alta esiste anche la possibilità che possa generarsi un maremoto.
L'aggiornamento dell'Ingv sul terremoto di sabato
“L’area adriatica – fa sapere l’Ingv – è stata a lungo oggetto di ricerche di varia natura da parte di numerosi ricercatori che ne hanno studiato l’attività tettonica attraverso dati sismologici, dati GPS e osservazioni geologiche.
In particolare, le faglie dell’Adriatico centrale sono state oggetto di studio attraverso l’analisi dei terremoti storici e dei dati forniti dalla sismica di esplorazione disponibili per quest’area, che ospita giacimenti di idrocarburi ancora non sfruttati”.
Questa area è stata a lungo considerata rigida dal punto di vista tettonico, e come tale incapace di generare sismicità significativa: quest’ultimo terremoto sembra suggerire invece che questo settore è in grado di rilasciare sismicità, e quindi che è altamente fratturato al suo interno.
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