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29 Marzo 2021 - 20:33
NAPOLI. L'Amministrazione comunale di Napoli, attraverso gli assessori con delega al patrimonio Alessandra Clemente, al lavoro Giovanni Pagano, alla cultura Annamaria Palmieri ed al vicesindaco con delega ai beni comuni Carmine Piscopo interviene dopo i commenti «sulla recente sentenza del Tar su Napoli sotterranea».
«L’amministrazione della città di Napoli - si legge in una nota - ha già espresso in modo netto la propria volontà di definire una gestione diretta del complesso caveario concesso a Napoli Sotterranea dall'Agenzia del Demanio.
Tale volontà si è manifestata in modo chiaro nel mancato rinnovo della concessione all’“Associazione Culturale Napoli Sotterranea” da parte dell'Ente, azione che ha portato il legale rappresentante dell'Associazione a ricorrere al Tar».
«La sentenza del Tar del 24 marzo 2021 non entra nel merito del rapporto tra il Concessionario e il Comune di Napoli, ma annulla il provvedimento di trasferimento dell’Agenzia del Demanio del 26 novembre 2015, con il quale veniva trasferito il sito di Napoli Sotterranea al Comune di Napoli e, contestualmente, dichiara improcedibile il ricorso proposto verso questo Ente. - prosegue la nota - Non, dunque, un'attribuzione di responsabilità nei confronti del Comune, quanto, piuttosto, l'annullamento, a carico dell'Agenzia del Demanio, del trasferimento del bene, insieme con tutti gli atti conseguenti».
«Una sentenza che - secondo il Comune - stralcia, infine, dalla discussione, anche i verbali degli organismi preposti alla tutela del bene. La volontà politica dell'amministrazione si è dunque concretizzata in una attività amministrativa coerente, oltre che di verifiche e accertamenti circa la tutela del bene stesso. La sentenza del Tar, annullando il trasferimento del bene, ne riduce i margini di azione».
«La materia di gestione e di trasferimento dei beni demaniali agli enti locali è di così recente formazione che complica, dal punto di vista amministrativo, una vicenda che sul piano politico aveva invece dei contorni ben chiari definiti che si sono manifestati nell’azione concreta, posta in essere dall’amministrazione in questi anni, di mancato rinnovo della concessione» conclude la nota.
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