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Rapina con pestaggio a Miano, il clan tradito dall’sms anonimo

Rapina con pestaggio a Miano, il clan tradito dall’sms anonimo

CAMORRANel mirino dei Cifrone era finito un negoziante parente dei rivali Balzano. Un messaggio inviato da una sim poi disattivata ha svelato gli autori del raid. 

NAPOLI. Un sms misterioso fornì la prima traccia agli investigatori sugli autori della violenta rapina ai gestori del negozio di telefonia “Antonio phone” di Miano. Da un’utenza attivata da un sedicente cittadino straniero, tale Dangla Khan, partì un messaggio indirizzato in simultanea a tutti i carabinieri che avevano compiuto il primo accertamento nell’esercizio commerciale. In esso venivano indicati dall’informatore, rimasto sconosciuto perché la sim fu disattivata la sera stessa del 15 febbraio 2020, alcuni dei nomi dei protagonisti del clamoroso colpo. Quattro di essi (Luigi Cifrone, Gaetano Cifrone, Gennaro Caldore e Stefano Di Fraia) figurano tra i destinatari della misura cautelare eseguita l’altro ieri mattina, il quinto invece è estraneo all’inchiesta. Sarebbe interessante capire anche chi inviò la confidenza: sicuramente non un cittadino qualunque. Tra le pieghe dell’indagine, culminata nell’esecuzione di otto arresti, emergono altre circostanze interessante. A cominciare dal fatto che i gestori del negozio sono cugini di Matteo Balzano (attualmente detenuto), nemico di Luigi Cifrone. I due giovani ras sono considerati i capi dei gruppi sorti dalla scissione all’interno degli “scissionisti” dai Nappello-Lo Russo. Cosicché la scelta di compiere la rapina da “Antonio Phone” può apparire anche come uno sfregio da parte dei Cifrone. Le vittime hanno precisato agli inquirenti, e ciò risulta vero, di non essere legati alla malavita organizzata nonostante la parentela con il ras di “Ngopp Miano”. Per i carabinieri della compagnia Vomero, autori dell’indagine coordinata dalla Procura antimafia, non è stato affatto facile acquisire indizi consistenti a carico degli indagati per la rapina del 13 febbraio 2020. Presumibilmente per paura di ritorsioni i denuncianti non hanno mai fatto nomi, limitandosi ad ammissioni generiche. Nonostante in caserma, prima di essere sentiti come testimoni, fossero state piazzate le microspie nella sala d’attesa, i due fratelli hanno mantenuto sempre un linguaggio prudente pur profferendo frasi che hanno convinto ancora di più gli investigatori della bontà della pista seguita. Comunque la pubblica è riuscita a identificare i presunti partecipanti all’assalto armato consumatosi nel negozio. Ne dovranno riCAMORRANel mirino dei Cifrone era finito un negoziante parente dei rivali Balzano Rapina con pestaggio a Miano, il clan tradito dall’sms anonimo spondere (ferma restando la presunzione d’innocenza degli indagati fino all’eventuale condanna definitiva) Luigi Cifrone; Gaetano Cifrone “’o biond”; Gennaro Caldore detto “Genny cioccolata”; Pasquale Concilio; Stefano Di Fraia “’o scognat”; Giovanni Mascioli “’o terrorist”; Pasquale Pandolfo “Pasqualino”. Quel giorno si impossessarono di dieci cellulari, quattro tablet, due i-Phone; due play station, giochi vari; un cordless e un pc portatile per un valor complessivo di 5.000 euro. Tutti erano armati secondo la ricostruzione degli inquirenti e la prima richiesta al commerciante fu di consegnare loro uno zaino per mettervi la refurtiva dentro. Fecero razzia della merce e prima di andarsene uno di essi tornò indietro chiedendo pure le chiavi della sua motocicletta Honda e della Smart del fratello. Ma la vittima non aveva le chiavi dell’una né dell’altra e così il colpo si concluse senza altri danni.

Nei riquadri gli arrestati Gaetano Cifrone, il cugino Luigi Cifrone, Antonio Buono e Pasquale Pandolfo. 

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