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10 Aprile 2021 - 06:30
NAPOLI. È stata rinviata a giudizio la dottoressa che il 15 gennaio del 2019, nell’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli non si accorse che Anna Siena, la 36enne che sarebbe deceduta in preda a forti dolori tre giorni dopo, era incinta. Lo ha deciso il gup di Napoli Francesco De Falco Giannone davanti al quale ieri è stata celebrata l’udienza preliminare. La dottoressa, che ha 38 anni, dovrà rispondere di omicidio colposo (il reato contestato è responsabilità colposa per morte e lesioni personali in ambito sanitario). Il processo prenderà il via alle 9 del 28 gennaio del prossimo anno dinanzi al giudice monocratico del Tribunale partenopeo Giovanna Napolitano (IX sezione). Anna Siena, che ebbe una gravidanza criptica (era in attesa di un bimbo ma non se ne era accorta) morì in ospedale a Napoli, il 18 gennaio 2019, senza sapere di aspettare un figlio. Ad ucciderla fu, come accertato nel corso di una autopsia disposta dalla Procura di Napoli, una necrosi sviluppatasi in seguito alla morte del feto che lei non sapeva di portare in grembo. Secondo gli inquirenti la dottoressa non eseguì un corretto esame anamnestico il 15 gennaio 2019, quando Anna, in preda a forti dolori, si recò in ospedale accompagnata dalla madre. Il medico dopo avere diagnosticato una lombosciatalgia, decise di non trattenerla in osservazione e neppure di sottoporla ad accertamenti strumentali. La 36enne, dopo la somministrazione di un antidolorifico, infatti, venne dimessa e rispedita a casa. Tre giorni, però, il 18 gennaio 2019, Anna Siena, che senza saperlo era tra la 37esima e la 40esima settimana di gestazione, perse la vita, in concomitanza con l’iniziale travaglio del parto di un feto senza vita che causò una trombosi e una emorragia. I genitori della vittima saranno difesi dagli avvocati Angelo e Sergio Pisani, il medico invece dall’avvocato Sergio Romano. Quel 18 gennaio di due anni fa per i genitori e per la sorella di Anna resterà scolpito nella mente a caratteri di fuoco. «È solo mal di pancia», avevano detto in ospedale ma Anna Siena aveva in grembo un feto senza vita. La donna infatti ha vissuto un vero e proprio calvario prima di morire: gli analgesici prescritti dai medici attenuarono i dolori all’addome, ma per poco, tornando più forti che mai a distanza di poche ore e costringendo la famiglia, a riportarla urgentemente in ospedale dove poi è deceduta. La gravidanza anomala non era stata diagnosticata. E su questa base i familiari di Anna sporsero denuncia spiegando che in ospedale non era emerso nulla di preoccupante e che dai medici le era stato solo raccomandato di eseguire un’ecografia. Secondo il medico legale nominato dalla procura che ha eseguito l’autopsia Anna Siena, la 36enne incinta «poteva essere salvata se solo fosse stata visitata a dovere». Il medico legale, chiamato a dare un parere tecnico nella causa intentata dalla famiglia della donna ha definito «da censurarsi» l’operato dei medici, «perché la paziente non fu sottoposti ad esame anamnestico e clinico obiettivo». La donna si sarebbe dovuta sposare dopo pochi mesi. Ma all’altare Anna non è mai arrivata.
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