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Comunali a Napoli, partiti fermi al palo

Comunali a Napoli, partiti fermi al palo

NAPOLI. I partiti sono fermi al palo in vista delle prossime elezioni amministrative. Né nell’area del centrodestra, né in quella del centrosinsitra ci sono idee chiare per le elezioni d’autunno. Il centrodestra attende ancora la decisione di Catello Maresca. Si dice che possa arrivare a breve, ma il tempo scorre e negli ambienti vicini ai partiti continua il pressing per il pm su cui Lega e Forza Italia hanno puntato tutto. Ancor più insofferente Fratelli d’Italia che non vuol saperne di rinunciare al simbolo sulla scheda (mentre Fi e Lega sono pronti al sacrificio per la candidatura di Maresca) ed ha già il suo candidato da proporre al tavolo con gli alleati: Sergio Rastrelli.

Intanto il pm anticamorra, sulla sua pagina Facebook, continua ad intervenire sui temi di strettissima attualità a partire dalla “protesta delle mutande”: «Questo meccanismo di aperture e chiusure degli esercizi commerciali, le difficoltà a far arrivare i ristori a chi sta soffrendo e la pandemia economica che bussa alle porte, diventeranno una bomba sociale se non prevediamo subito un modello nuovo di lotta al virus senza uccidere categorie commerciali che sono oramai alla canna del gas».

Nel centrodestra, però, come detto, chiedono ora la discesa in campo. Lo storico esponente del centrodestra Amedeo Laboccetta dà il suo personale ultimatum: «Il pm Maresca ha due giorni per definire e finire, probabilmente, le consultazioni, modello premier, per poi sciogliere la riserva sulla candidatura a sindaco. È il momento buono, di contro, perché il centrodestra, la coalizione del voler e dover fare, stani il pm». Ma Laboccetta non escluse un’altra ipotesi: «Se la “lontananza” del centrodestra significa invece la ricerca di un nome più “incisivo” sul territorio, o forse più prestigioso - senza nulla togliere a Catello - l'ottimo magistrato si faccia da parte».

Se Atene piange, Sparta non ride. Nel centrosinistra ballano ancora i nomi di Gaetano Manfredi e Roberto Fico. L’ex rettore della Federico II e ministro dell’Università piace a Vincenzo De Luca e pare in pole. Il presidente della Camera è il nome del Movimento 5 Stelle, che però non piace al governatore della Campania. La convocazione del tavolo di coalizione è attesa da settimane, ma tutto è bloccato dai problemi romani con il nodo Virginia Raggi e l’accordo Pd-M5S per le amministrative tutto da mettere in piedi.

«Non mi sembra una strada in discesa un accordo Pd-M5s e credo che si debba ancora passare per un vertice tra Enrico Letta e Giuseppe Conte, se ufficializzerà il suo ruolo di capo del M5s. È lì che dovranno provare a mettersi d'accordo sulle candidature per le grandi città. Una candidatura unitaria Pd-M5s la vedo complicata anche alla luce degli stracci che a Roma volano sul tema dei rifiuti tra Zingaretti e Raggi», dice a questo proposito il sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Lui ha messo in campo la candidatura di Alessandra Clemente che insieme a quella di Antonio Bassolino restano le uniche in campo. E le loro campagne elettorali vanno avanti, mentre i partiti restano al palo.

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