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27 Marzo 2015 - 21:40
Ecco la foto dello schianto con i due banditi feriti
L'interrogatorio del Gip e l'ammissione della rapina
il militare veneto: «Ho sparato per legittima difesa»
OTTAVIANO Hanno ammesso la rapina ma hanno anche voluto chiarire di aver agito per legittima difesa, perché dall’aggressione subita sulla strada statale 268 temevano di non uscire vivi. L’udienza di convalida dei fermi di Jacopo Nichetto e Claudio Vitale, i due carabinieri che mercoledì scorso hanno rapinato il supermercato Etè in via Vecchia Sarno ad Ottaviano, ha riservato una sorpresa. I due hanno parlato, contribuendo a chiarire la dinamica dell’episodio che è costato la vita a Pasquale Prisco, il giovane proprietario del market raggiunto da numerosi colpi all’addome e morto in ospedale, ma hanno più volte sottolineato di essere stato costretti a sparare, perché le decine di persone che li stavano picchiando hanno fatto loro temere il peggio. Un racconto, quello di Nichetto e Vitale, che non ha impedito al gip di convalidare l’arresto: molti gli indizi che li inchiodano e, del resto, i due non hanno certo negato l’omicidio commesso. Nello specifico, a sparare è stato Nichetto, il carabiniere originario di Chioggia, in provincia di Venezia. È stato lui a tirare fuori la pistola dalla fondina e a sparare all’impazzata, ben 15 volte. Proiettili che hanno raggiunto i fratelli Prisco, Donato e Pasquale, e che si sono rivelati fatali per il 28enne. Nichetto ha raccontato di essere stato letteralmente sopraffatto dalla banda che dal supermercato era partita per tentare di recuperare il bottino dei rapinatori. Il gruppo (il cui numero va ancora chiarito, perché potrebbero aver partecipato altri, oltre a quelli feriti e finiti in ospedale) avrebbe messo sotto i due carabinieri con l’intenzione di punirli severamente, di dare loro una lezione esemplare. Non solo: quando i due rapinatori hanno spiegato di essere carabinieri, la furia del gruppo è stata ancora più forte. Poi, ad un certo punto, Nichetto ha estratto la pistola ed ha cominciato a sparare. Questo, ovviamente, è il racconto dei due arrestati, che tuttavia va incrociato con le altre versioni raccolte dagli investigatori in queste ore. Gli interrogatori, infatti, proseguono, così come gli altri esami e le perizie. C’è attesa, inoltre, per l’autopsia sul corpo di Prisco, che dovrebbe tenersi nei prossimi giorni. La salma è al policlinico di Napoli in attesa dell’esame medico, al termine del quale il corpo potrà essere restituito alla famiglia. A quel punto si terranno i funerali, probabilmente nella chiesa di San Gennarello, frazione di Ottaviano.
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