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16 Aprile 2021 - 17:15
Le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone potrebbero essere davvero vicine a una svolta. E non solo per le segnalazioni della sua presunta presenza in altri Paesi europei. In ballo c'è nuovamente la pista familiare.
L'APPELLO LANCIATO DAI FAMILIARI
Ieri sera, durante la puntata del programma televisivo Chi l’ha visto? su Rai3, la mamma Piera Maggio e il suo avvocato Giacomo Frazzitta hanno lanciato un appello: “Chiunque sappia parli, apra il cuore“.
Il riferimento non è soltanto ai cittadini di Mazara del Vallo ma era riferito amche alla Procura e alle forze dell’ordine nell’ormai lontano 1° settembre del 2004, data in cui scomparve la piccola Denise Pipitone nei pressi dell’abitazione della nonna e della mamma, a soli 4 anni.
QUALCOSA NON ANDAVA NELL'INCHIESTA
“Sin da subito ci siamo accorti che qualcosa non andava in quest’inchiesta (…) In Procura ci sono persone che ci hanno messo anima e cuore (…) e altre che non favorivano le indagini”, ha detto Piera Maggio.
“Nel caso Cucchi qualcuno delle forze dell’ordine, dopo anni, ha deciso di vuotare il sacco, qualcuno che si è voluto dissociare e che ha voluto raccontare la verità. Sono passati 17 anni dalla scomparsa di Denise, perché qualcuno delle forze dell’ordine, magari oggi in pensione, non ci racconta come sono andati i fatti?”, ha aggiunto l’avvocato Frazzitta.
L'OSSESSIONE DI JESSICA PULIZZI
Dopo la sparizione dI Denise, Piera Maggio è stata costretta a confessare al marito, Toni Pipitone, la paternità di Piero Pulizzi, il papà naturale della bambina.
L’uomo, che aveva una relazione con la donna, si era già separato dalla moglie Anna Corona, dalla quale aveva avuto due figlie: Alice e Jessica Pulizzi.
LA SORELLASTRA AVEVA UN'OSSESSIONE MORBOSA
Tutte e tre le donne della famiglia di papà Piero erano a conoscenza dell’esistenza della nuova arrivata. Ma una di loro aveva un’ossessione morbosa nei confronti di Piera Maggio, che credevano colpevole del fallimento del matrimonio con Anna Corona.
ATTI PERSECUTORI NEI CONFRONTI DI MAMMA PIERA E DELLA SUA FAMIGLIA
Jessica avrebbe messo in atto – già prima della scomparsa della bambina – una serie di atti persecutori e vandalici a danno di mamma Piera e della sua famiglia e sarebbe stata solita passare frequentemente con la macchina davanti alle loro abitazioni.
JESSICA ASSOLTA IN CASSAZIONE
Jessica Pulizzi è stata assolta in Cassazione per insufficienza di prove. Assolte anche le persone che avrebbero potuto aiutarla, per esempio la mamma Anna Corona.
LE INTERCETTAZIONI: "MAMMA, PRENDI DENISE"
Nonostante in un’intercettazione ambientale Jessica Pulizzi abbia riferito alla sorella Alice che la piccola “sia stata uccisa dalla madre” Anna Corona (“Quannu eramu ’n casa, a mamma ha ucciso Denise”), una cimice sullo scooter della stessa Jessica racconterebbe una verità diversa.
“Ciao ma’, va pigghià Denise. Ma Peppi zoccu ti rissi? (Ciao mamma, vai a prendere Denise. Ma Peppe cosa ti ha detto?)”, “Dunni l’ha purtari? (Dove la devo portare?)”, si sente dallo scooter della ragazza ben tre mesi dopo la scomparsa della bambina. E nessuna delle 13 famiglie che a Mazara del Vallo avevano una Denise come membro del proprio nucleo nel 2004 si è mai riconosciuta in quella conversazione. Allora Denise era ancora viva tre mesi dopo la sua scomparsa? E a chi sarebbe stata ceduta? Dove si trova adesso?
GLI INQUIRENTI NON RIESCONO A TROVARE UNA RISPOSTA
A queste domande gli inquirenti e i familiari della bimba, che oggi avrebbe 21 anni, non sono riusciti a trovare una risposta. L’ipotesi è che sia stata rapita da Jessica Pulizzi per essere portata a casa di papà Piero a scopo dimostrativo (infatti in un’intercettazione rispose alle domande insistenti della madre con: “Io a casa ci ’a purtai”, ovvero “Io a casa gliela portai”).
LA PICCOLA CEDUTA A DEI ROM
La giovane, non trovando il padre, avrebbe provveduto diversamente, cedendo la piccola a dei rom con cui era in contatto. Si tratta soltanto di sospetti, ma certamente questa ricostruzione sarebbe compatibile con la testimonianza di Della Chiave e con il video registrato a Milano nel gennaio del 2005 da una guardia giurata. Le riprese hanno mostrato una bambina straordinariamente somigliante a Denise che, chiamata da una donna rom “Danase”, le si rivolgeva con accento siciliano per chiederle: “Dove mi porti?”, mentre mangiava una pizzetta offerta dallo stesso autore della registrazione.
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