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Ucciso per difendere la figlia, folla ai funerali

Ucciso per difendere la figlia, folla ai funerali

In centinaia hanno preso parte ai funerali di Maurizio Cerrato, il 61enne ucciso tra giovedì e venerdì a Torre Annunziata dopo una lite nata per difendere la figlia. Nella chiesa Santa Spirito la messa celebrata dall'arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia. 

«Mi stringo ai familiari - ha detto - in particolar modo a Tania, Maria Adriana e Andrea, cui va la mia più affettuosa solidarietà e vicinanza. Ho voluto scegliere per questa liturgia la parola di oggi, che è la descrizione più bella che Gesù fa nel Vangelo, perché è la più disarmante, di se stesso. Maurizio, il papà bello: siamo qui per riconoscerlo, per riconoscere la forza e la dignità di quest'uomo, che ha offerto la sua vita». 

«Non mi spaventa il rumore dei violenti ma il silenzio degli uomini onesti». Prendendo in prestito un concetto caro a Martin Luther King, don Mimmo ha spiegato che «la prima mafia si annida nell'indifferenza, nella superficialità, nel puntare il dito senza far nulla e girarsi dall'altra parte».

«L'omertà uccide - continua - e anche l'indifferenza uccide. Noi dobbiamo rendere conto dinanzi a quello che è il tribunale della storia, ma dei nostri silenzi dobbiamo rendere conto davanti al tribunale di Dio».

Battaglia cita poi Franco Battiato quando parla degli autori dell'omicidio: «Gente infame che non sa cos'è il pudore». A questi, dice, «noi possiamo offrire il nostro dolore, la nostra rabbia ma non la nostra resa. A questa gente diciamo: se avete bisogno di noi siamo qui, se avete bisogno di speranza ne siamo pieni. Se non riuscite a credere in una terra migliore, noi vi potremo fare sentire la fragranza di questa idea». 

Tra i tanti manifesti di vicinanza alla famiglia, ce ne sono due che portano la firma di ''Noi cittadini torresi''. «Sdegnati - si legge nel primo - e provati dall'accaduto e da questo crudele episodio causato dal gesto di persone che non consideriamo essere nostri concittadini, ci uniamo commossi al dolore della famiglia Cerrato». L'altro recita: «Facciamo in modo che ogni lacrima e commozione siano l'acqua e il seme per una rinascita di questa città».

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