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Venti di faida a Napoli Est, sparatoria nel rione Pazzigno

Venti di faida a Napoli Est, sparatoria nel rione Pazzigno

Stesa a salve a San Giovanni a Teduccio, il clan Reale torna sotto attacco: si indaga sul mondo dello spaccio

NAPOLI. Un fulmine a ciel sereno. Dopo mesi di silenzio in zona l’altra notte è scattato improvvisamente l’allarme nel rione Pazzigno di San Giovanni a Teduccio, dove molti cittadini allarmati hanno chiamato le forze dell’ordine per segnalare la sparatoria appena avvenuta.

Cosicché proprio nella via omonima sono confluite rapidamente le macchine di carabinieri e polizia per accertare la veridicità della notizia. Conferme però non sono arrivate attraverso i primi riscontri, a cominciare dalla presenza di proiettili sul selciato, per cui al momento l’ipotesi prevalente è che siano state utilizzate pistole a salve. Non sarebbe la prima volta né l’ultima e il motivo starebbe nella diversa punibilità del reato: un conto è sparare con un’arma, potenzialmente in grado di uccidere, un altro è premere il grilletto di un oggetto sostanzialmente scenico.

Nel primo caso in flagranza c’è l’arresto, nel secondo una denuncia a piede libero. Erano le 4 circa quando si è diffusa la preoccupazione tra gli abitanti del rione Pazzigno, regno incontrastato del clan Reale. Un gruppo di malavita storicamente alleato e imparentetato con i Rinaldi e in contrasto da una vita con i Mazzarella in un continuo alti e bassi.

Negli ultimi tempi i segnali provenienti dal territorio indicavano una sostanziale tregua, ma l’episodio di ieri notte potrebbe rappresentare la spia di nuove tensioni. Alla stessa maniera gli investigatori seguono la pista di una vicenda singola, un messaggio camorristico inviato a qualcuno che abita in zona. Sempre che non si tratti di un caso di suggestione: il semplice rombare di alcune motociclette sarebbe stato scambiato per una “stesa”. Proprio queste ultime con armi a salve sono state oggetto di approfondite riflessioni degli investigatori di polizia e carabinieri negli ultimi mesi.

I primi ad accorgersi dello stratagemma usato dai pistoleri dei clan, non sempre probabilmente in relazione alla gravità della situazione, sono stati i poliziotti della squadra giudiziaria del commissariato Pianura. Per un periodo a causa dei contrasti tra due clan del quartiere le “stese” si sono succedute e da inizio anno gli investigatori hanno notato uno strano fenomeno: molte persone giuravano di ver sentito il rumore dei proiettili esplosi, ma a terra non venivano trovati bossoli. Tra logica e fonti confidenziali si è capito che la strategia serviva a evitare guai gravi con la giustizia nel caso in cui gli autori fossero stati fermati subito dopo il raid. Tornando a San Giovanni a Teduccio, anche a Napoli Est, come a Forcella e al Mercato, è di nuovo tornato in auge il clan Mazzarella.

Scrive infatti la Direzione investigativa antimafia nell’ultima relazione semestrale che «le vicende criminali del quartiere San Giovanni a Teduccio sono legate allo storico scontro tra la famiglia Mazzarella (che comunque ha la sua roccaforte a Poggioreale, nel rione Luzzatti), alleata dei D’Amico di via Nuova Villa, e i Rinaldi-Reale del rione Villa». Uno scontro nato negli anni Novanta, che ha generato una catena di omicidi e di vendette incrociate, su molti dei quali hanno fatto luce le dichiarazioni di affiliati con ruoli di spicco diventati collaboratori di giustizia

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