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28 Aprile 2021 - 09:46
E' stato rimosso dalle forze dell'ordine, tra le proteste dei familiari, l'altarino dedicato ad Emanuele Sibillo, il capo della cosiddetta "paranza dei bambini", gruppo di fuoco attivo nel centro storico di Napoli nei primi anni '10, ucciso il 2 luglio 2015 in via Oronzio Costa.
La figura di Sibillo, conosciuto anche con la sigla "ES17", era diventata negli anni una sorta di "culto" per i giovani affiliati al clan attivo nel centro storico al quale è stato inferto un duro colpo con i 21 arresti eseguiti questa mattina dai Carabinieri del Comando provinciale di Napoli, nell'ambito di indagini della Direzione distrettuale antimafia.
Contestualmente, così come sta avvenendo da alcuni mesi a Napoli e provincia con altarini e murales dedicati a persone o eventi riferibili alla criminalità organizzata, è stata disposta la rimozione dell'altarino dedicato a Emanuele Sibillo, una struttura alta più di 2 metri realizzata all'ingresso del palazzo dove vive gran parte della famiglia, in vico Santi Filippo e Giacomo.
All'interno erano custodite le ceneri di Emanuele Sibillo ed erano esposti un'immagine della Madonna e un busto raffigurante il volto di ES17.
L'azione dei Carabinieri, supportati dai Vigili del Fuoco, è stata ostacolata dall'intervento di alcuni familiari del giovane che hanno cercato di impedire la rimozione dell'altarino, sostenendo che l'area, appena all'interno del cortile del palazzo, fosse proprietà privata. L'urna con le ceneri è stata riconsegnata alla famiglia.
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