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30 Aprile 2021 - 06:30
CAMORRA Tregua finita tra i Calone e Carillo, sparatoria nella notte tra due auto in corsa: esplosi undici colpi in via Pallucci
NAPOLI. A dimostrazione che la tregua covid è terminata, un tremendo conflitto a fuoco stava per provocare ieri notte vittime innocenti. È successo a Pianura intorno alla mezzanotte, quando due autovetture con a bordo complessivamente quattro uomini si sono incrociate in via Pallucci. Gli occupanti erano armati e presumibilmente appartengono a clan opposti, cosicché è cominciata una sparatoria che si è protratta fino a via Russolillo. Solo per caso nessuno è rimasto ferito, nemmeno qualcuno dei rari passanti segnalati in strada, nessuno dei quali però si è fatto avanti per raccontare agli inquirenti ciò che aveva visto. La polizia comunque sarebbe già a buon punto nelle indagini e avrebbe trovato in una zona sotto l’influenza del gruppo Carillo una delle macchine coinvolte: una Peugeot “208” su cui sono in corso accertamenti della Scientifica, alla ricerca eventualmente di impronte. Della vicenda si stanno occupando i poliziotti della Squadra mobile della questura e i colleghi del commissariato Pianura. Investigatori esperti che almeno per il momento starebbero battendo soprattutto la pista di una ripresa della guerra tra i Carillo (eredi dei Pesce) e i Calone, omonimi e alleati del gruppo di Posillipo. Nel frattempo sono in corso indagini a tamburo battente per ricostruire, anche attraverso le immagini delle telecamere private della zona, la dinamica del conflitto a fuoco e per cercare di risalire a chi era a bordo. In tutto sono stati esplosi almeno undici proiettili calibro 9, come dimostra il numero dei bossoli trovati nell’arco di circa 500 metri. I colpi vaganti non hanno centrato persone ma una Nissan Micra parcheggiata e la saracinesca di un garage, i cui proprietari sono estranei a contesti malavitosi e non erano i bersagli della sparatoria. Improvvisamente dunque, il quartiere sembra attraversato da nuove tensioni camorristiche. Come a dicembre dell’anno scorso, quando nell’arco di 24 ore si verificarono due ferimenti eccellenti: quello di Antonio Carillo, nipote dei Pesce, che è anche imparentato con Legnante soprannominato “’o talebano”; di Lorenzo junior Rossetti, vicino a Carillo, nipote del boss detenuto Giuseppe Marfella “’o percuoco”. Unica differenza tra gli agguati emerse valutando le dinamiche: a Carillo spararono a una gamba, a Rossetti al torace. Il 17 a fare fuoco contro Antonio Carillo fu il passeggero di uno scooter avvicinatosi alla vittima, anch’egli in sella a un motorino, apparentemente a scopo di rapina. Alla reazione sarebbe scattata la vendetta e partì il colpo di pistola alla gamba sinistra che centrò il 29enne di Pianura. Un proiettile che non ha provocato grossi danni per fortuna e così il giovane, soccorso e trasportato all’ospedale San Paolo, se l’è cavata con una prognosi di pochi giorni e le dimissioni. Dinamica simile, ma con una conclusione diversa, per il ferimento di Lorenzo junior Rosselli. Il 24enne, anch’egli originario del quartiere e solo con una denuncia a carico per un reato minore, raccontò che si trovava in via Cannavino quando erano comparsi i malviventi, uno dei quali armato. Contro di lui era partito un colpo di pistola che lo centrò alla parte laterale destra del torace. Sottoposto a intervento chirgico nell’ospedale San Paolo, è tornato a casa qualche tempo dopo.
(Sulla vicenda indagano i poliziotti del commissariato Pianura; nel riquadro il presunto ras Antonio Calone)
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