Tutte le novità
04 Maggio 2021 - 07:00
Battute finali per il processo di primo grado, dura requisitoria del pm
NAPOLI. Nessuno sconto di pena per i responsabili del terrificante schianto costato la vita al poliziotto Pasquale Apicella. Tre ergastoli con isolamento diurno per un anno: è questa la richiesta di condanna avanzata dalla Procura di Napoli ai giudici della terza sezione della Corte d’assise (presidente Lucia La Posta) davanti alla quale si sta celebrando il processo per la morte dell’agente scelto ucciso all’età di 37 anni nel tentativo di bloccare gli autori di un tentativo di furto al bancomat di una banca nella zona di piazza Carlo III.
I tre ladri la notte del 27 aprile 2020, usarono la loro potente Audi come un’arma scagliandosi a fortissima velocità contro la “pantera” a bordo della quale c’era Apicella che ostruiva loro il passaggio. Un quarto componente della banda, che prese parte al furto ma non all’omicidio, è stato già giudicato e condannato con il rito abbreviato a sei anni di reclusione per reati minori. Sul banco degli imputati figurano adesso Fabricio Hadzovic, 40 anni, l’autista dell’Audi “A6” che si è scontrata a tutta velocità a calata Capodichino contro la " della polizia sulla quale si trovata Pasquale Apicella; Admir Hadzovic, 27 anni, e il 39enne Igor Adzovic.
L’ultimo componente la banda è Renato Adzovic, 23 anni. Le richieste sono state formulate al termine della requisitoria dai sostituti procuratori Cristina Curatoli e Valentino Battiloro, che hanno guidato le indagini sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Rosa Volpe. Giuliana Ghidotti, la moglie di Apicella, è di recente entrata in polizia dopo avere frequentato un corso riservato ai familiari delle vittime del dovere nella Scuola Allievi di Caserta. Ieri, in udienza, hanno anche discusso gli avvocati delle parti civili che si sono costituite nel processo tra cui figura anche Gennaro Razzino, avvocato della signora Ghidotti.
Fin dall’udienza di convalida i tre imputati hanno sostenuto che non c’era in loro la volontà di uccidere e fornendo diversi dettagli in merito a quanto accaduto quella notte. Hanno confermato, tra le altre cose, anche il tentato furto ai danni della Deutsche Bank di Casoria, all’incrocio tra via Marconi e via Pio XII. Il guidatore era Fabricio che ha raccontato di aver accelerato fino ad arrivare ai 150 chilometri orari in via Capodichino, di aver proceduto a zig zag e di essere finito sullo spartitraffico quando ha visto l’auto guidata da Apicella: «Ho perso il controllo - ha spiegato - ho sterzato ma non ho potuto fare a meno di prenderlo in pieno. Sono dispiaciuto, avrei voluto morire io». Lacrime tardive che non hanno minimamente impressionato la pubblica accusa, la quale ha tirato dritto sulla propria strada e invocato il massimo della pena per lui e i suoi due complici. Fin dalle primissime battute investigative l’accusa ha del resto sostenuto la tesi dell’omicidio volontario, tanto da disporre subito una perizia automobilistica per verificare se Fabricio Hadzovic, alla guida dell’Audi “A6” abbia accelerato mentre la macchina stava per impattare con la volante del commissariato Secondigliano. Dall’esame delle vetture è emerso anche che Apicella aveva sicuramente sterzato, manovra che non avrebbe invece eseguito il 39enne rom, innescando lo schianto che un anno fa uccise “Lino”.
Copyright @ - Nuovo Giornale Roma Società Cooperativa - Corso Garibaldi, 32 - Napoli - 80142 - Partita Iva 07406411210 - La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo - Il giornale aderisce alla FILE (Federazione Italiana Liberi Editori) e all'IAP (Istituto di autodisciplina pubblicitaria) Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo giornale può essere riprodotta con alcun mezzo e/o diffusa in alcun modo e a qualsiasi titolo