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31 Dicembre 2016 - 19:02
La testimonianza di un cittadino napoletano che è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico al Policlinico partenopeo
di LUIGI SEMENTE
Si parla spesso di malasanità, mentre raramente si raccontano i casi di eccellenza sanitaria che si incontrano. Vorrei parlare proprio di uno di questi casi che mi ha visto testimone: sono un cittadino napoletano di 48 anni a cui, nel maggio 2016 e dopo aver effettuato una tac e una risonanza magnetica nucleare, è stato diagnosticato un liposarcoma all'addome di dimensioni tali da aver spostato alcuni organi. Ho effettuato diversi consulti in ospedali d'Italia specializzati nella particolarità del caso ma alcuni di questi non se la sono sentiti di intervenire, soprattutto a causa delle dimensioni del liposarcoma, suggerendomi di fare prima chemioterapia e radioterapia per rimpicciolire la massa. Come si dice a Napoli "Mentre il medico studia, l'ammalato muore..." e così questi responsi mi avevano fatto entrare in una fase di depressione acuta.
Poi ho incontrato il professor Luigi Bucci, direttore dell'area funzionale di Colonproctologia chirurgica dell'Università degli Studi di Napoli "Federico II" che, con molta tranquillità, mi ha spiegato la complessità dell'interventochirurgico ma allo stesso tempo è stato in grado di donarmi una carica positiva per poterlo affrontare. L'operazione è stata molto complessa: una cefaloduodenopancreactomia durata più di cinque ore, ma il peggio sembra essere passato.
Mi sembra giusto, quindi, segnalare la professionalità e la bravura dell'equipe del professor Bucci al direttore sanitario del Policlinico partenopeo, al Commissario Straordinario della Sanità in Campania e al presidente della Regione Campania, chiedendo inoltre alle autorità preposte di realizzare una struttura ambulatoriale più moderna per consentire a tutto lo staff medico di lavorare con attrezzature più idonee.
Un ringraziamento particolare va espresso ai medici del reparto Antonio Formato, Mariano Luglio, e anche ai dottori Prisco, Peltrini e Sacco, che hanno sempre operato con grande competenza e comprensione, così come il giovane dottor Mariano Giglio (di cui, sono certo, si sentirà sicuramente parlare bene nei prossimi anni): nei due mesi di degenza ha saputo sempre trovare le parole giuste ed è stato sempre estremamente disponibile nel rispondere alle mie costanti e numerose domande, facendomi sorridere anche nei momenti più bui.
Infine, un ringraziamento di cuore a tutto il personale infermieristico, con le caposala in testa, per la professionalità e soprattutto per la loro umanità.
Nella mia città sono stato testimone che esiste tanta buona sanità!
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