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Luana D'Orazio, la titolare e un addetto indagati per omicidio: «Hanno rimosso la protezione al macchinario»

Luana D'Orazio, la titolare e un addetto indagati per omicidio: «Hanno rimosso la protezione al macchinario»

La titolare dell'azienda e l'addetto alla manutenzione dell'orditoio in cui lavorava Luana D'Orazio, la giovane mamma morta a 22 anni nell'azienda tessile di Oste di Montemurlo (Prato), sono indagati oltre che per omicidio colposo anche per il reato di «rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro».

AVREBBERO RIMOSSO LA SARACINESCA PROTETTIVA

Secondo l'accusa avrebbero rimosso la saracinesca protettiva al macchinario nel quale è rimasta stritolata la giovane operaia.

IN CORSO ACCERTAMENTI TECNICI

Nell’inchiesta aperta dalla procura di Prato dopo la morte sul lavoro dell’operaia Luana D'Orazio in un’azienda tessile di Montemurlo sono state iscritte due persone nel registro degli indagati. Lo si apprende da fonti vicine agli investigatori. Le iscrizioni, al momento ritenute un atto dovuto, sono legate agli accertamenti tecnici in corso per valutare il funzionamento dei dispositivi di sicurezza del macchinario in cui è rimasta incastrata e stritolata la 22enne pistoiese.

AUTOPSIA SABATO

L'autopsia sul corpo di Luana sarà effettuata sabato all'ospedale di Pistoia: i funerali, invece, dovrebbero svolgersi con tutta probabilità lunedì pomeriggio, nella piccola chiesa di Spedalino Asnelli, la frazione vicina a Le Querci (Pistoia) dove la giovane donna viveva con la famiglia. Lo hanno annunciato la madre della giovane operaia, Emma Marrazzo e il patrocinatore stragiudiziale della famiglia Andrea Rubini, spiegando che il ministro del lavoro, Andrea Orlando, avrebbe annunciato la volontà di essere presente alle esequie. 

LA TITOLARE DELL'AZIENDA

Intanto la titolare dell'azienda, Luana Coppini, ha detto che «il dramma che stiamo vivendo ci colpisce profondamente e di fronte a tutto questo è difficile trovare le parole, ma voglio far sapere che intendo esprimere il mio dolore attraverso l'impegno per la famiglia di Luana ed il suo piccolo. Impegno che voglio tradurre in atti concreti da subito in ogni contesto e sede. Non mi sottrarrò ai miei doveri né al confronto nelle sedi appropriate anche per capire come possa essere avvenuto questo dramma». «Alle macchine lavoro anch'io, mio figlio e mio marito»: è quindi «la solidarietà anche di una compagna di lavoro».

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