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Ancora una stesa ai Quartieri, controllati i rampolli del clan

Ancora una stesa ai Quartieri, controllati i rampolli del clan

CAMORRAEnzo Masiello e Francesco Iuliucci fermati in Svizzera: rilasciato il primo. Altra sparatoria in vico Lungo San Matteo: due le piste battute

NAPOLI. Cosa sta succedendo ai Quartieri Spagnoli? C’è guerra tra clan o qualcos’altro? Gli investigatori escludono la prima ipotesi ma valutano attentamente i ripetuti segnali di fibrillazione, a partire dai dati: tra febbraio e oggi si sono verificate “stese”, di cui tre in vico lungo San Matteo e l’ultima appena due notti fa. Ci sarebbe però una differenza con le altre sparatorie: nel mirino sarebbero finiti i Masiello mentre in almeno una precedente il bersaglio delle intimidazioni sarebbe stata Angela Farelli detta “Brioche”, nota alle forze dell’ordine e madre di Francesco Valentinelli, anch’egli salito alla ribalta delle cronache il 17 novembre 2017 per aver ucciso uno zio di secondo grado: Giovanni Verrano. Torniamo però ai Masiello, gruppo di malavita storico e potente ai Quartieri Spagnoli. Un esponente di primo piano della famiglia, Vincenzo Masiello detto “Cucù”, qualche giorno fa sarebbe stato fermato per un controllo in Svizzera, e poi rilasciato, mentre si trovava in compagnia di Francesco Iuliucci, trattenuto invece alcune ore per accertamenti. Episodio che però gli stessi investigatori, a mano di clamorose novità nelle indagini, non mettono in relazione con le “stese” degli ultimi tempi. Anche la settimana scorsa avrebbero sparato di notte in un altro tratto di vico lungo San Matteo, zona che in parte è riconducibile come influenza agli Esposito “Pallino”, uomini di mala storicamente molto attivi nell’attività di spaccio di sostanze stupefacenti: è infatti sotto laloro influenza una delle “basi” più note dei Quartieri Spagnoli. A dimostrazione di come la situazione sia in questo momento di difficile lettura e imprevedibile nell’evoluzione. Dunque, almeno nell’ipotesi maggiormente presa in considerazione, nei vicoli dei Quartieri Spagnoli non è in atto nessuna guerra tra clan e nemmeno se ne vedono le premesse. Le “stese” sarebbero state provocato da dissidi, vecchi o nuovi, inerenti comunque vicende di criminalità. Un ragionamento, alimentato da voci confidenziali che gli investigatori che stanno lavorando al caso ritengono ad oggi attendibili, alla base della presunta intimidazione del 3 aprile scorso nei confronti di Angela Farelli detta “Brioche”. Proprio nei dintorni della sua abitazione erano stati esplosi nella notte 2 colpi di pistola 9x21, tipico calibro utilizzato negli ambienti di malavita organizzata, trovati e sequestrati dalla Scientifica. Dietro la “stesa” ci sarebbe il collegamento con l’omicidio di Giovanni Verrano c’era secondo gli investigatori uno scontro familiare per la gestione di una piazza di spaccio. Francesco Valentinelli è il figlio della donna soprannominata “Briosche” mentre la vittima era il padre di Francesco Verrano detto “Checco lecco”, appena 23 anni e già condannato a otto anni di carcere per l’omicidio di Mario Mazzanti, figlio del boss delle “Chianche”. Valentinelli un mese dopo l’omicidio fu arrestato grazie ad indagini lampo dei carabinieri e nel corso dell’udienza di convalida ammise il delitto e ne spiegò la motivazione: «L’ho fatto per difendermi perché da come si era messo sullo scooter ho temuto che stesse per spararmi». La pista che porta alla presunta destinataria dell’intimidazione è la più battuta, ma non è l’unica. Nella stessa strada, vale a dire vico lungo San Matteo, abita infatti anche un altro personaggio noto alle forze dell’ordine, stretto parente dei Rippa detti “core mio”.

Sui raid delle ultime settimane indaga la polizia di Stato; nei riquadri Vincenzo Masiello “cucù” e Francesco Iuliucci

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