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07 Maggio 2021 - 06:45
FEMMINICIDIO Un altro omicidio dopo quello di Brusciano. Attesa l’autopsia sul corpo di Ylenia Lombardo, di 33 anni
SAN PAOLO BELSITO. Avrebbe dovuto bruciare di amore e di passione, avrebbe dovuto bruciare di vita e di allegria. È stata invece consegnata alle fiamme e alla morte dalle mani di un uomo. Picchiata, accoltellata e poi incendiata. È morta così nel suo appartamento, Ylenia Lombardo, 33 anni appena, ennesima vittima di femminicidio. La sua vita è stata spezzata dalla violenza crudele di un uomo, la stessa che viene perpetrata ormai quotidianamente nella strage silenziosa della violenza di genere. La stessa che aveva già subito due anni fa dall'ex marito, arrestato poi per maltrattamenti. Sull'uccisione di Ylenia, indagano i Carabinieri della compagnia di Nola, coordinati dalla Procura della Repubblica di Nola, diretta da Laura Triassi che nella mattina di ieri ha firmato il decreto di fermo nei confronti di un 36enne di San Paolo Belsito, su cui pesano gravi indizi di colpevolezza: Andrea Napolitano, già noto alle forze dell'ordine ed in cura presso un centro di igiene mentale per disturbi della psiche. Un particolare che a pochi giorni dalla tragedia di Brusciano, in cui ha perso la vita la 54enne Enza Cimitile, accoltellata a morte dal fratello affetto da schizofrenia, riaccende i riflettori sulle mancanze assistenziali strutturali, sulle carenza di un sistema, che, assicurati i trattamenti sanitari obbligatori per i limitati tempi previsti dalla legge, poi è incapace di seguire da vicino e nel tempo, i pazienti dimessi che spesso si rilevano pericolosi per se stessi e per gli altri. Ylenia lascia una bimba di 11 anni che attendeva di poterla riabbracciare e che la furia omicida di un altro uomo violento come suo padre, ha reso orfana del suo amore. Lavorava come badante e come collaboratrice domestica. Incarichi saltuari che comunque le consentivano di sbarcare il lunario. LA BARBARIE. È stata aggredita nella sua camera da letto, nella piccola abitazione al piano terra che dà direttamente sulla strada, in via Ferdinando Scala, centro storico della cittadina. Brutalmente picchiata con calci e pugni, accoltellata e poi date alle fiamme, forse con l'intento di cancellare le tracce di quel terribile delitto. Il corpo senza vita della bella e giovane Ylenia, è stato trovato semi carbonizzato, dalla cintola in giù, dai carabinieri della compagnia di Nola, diretti dal capitano Gerardo De Siena, prontamente allertati da alcuni ragazzi che casualmente sostavano nei pressi dell'abitazione di Ylenia e che avevano notato del fumo fuoriuscire dalla finestra della piccola abitazione. Sul posto anche i carabinieri del reparto scientifica di Castello di Cisterna, agli ordini del sottotenente Ferrara. La salma della giovane donna è stata sequestrata e trasportata presso l'ipogeo del II Policlinico di Napoli, per l'esame autoptico, atto a stabilire le cause del decesso. IL FERMO. Immediate e serrate le indagini dei carabinieri della compagnia di Nola che in poche ore hanno portato al fermo di polizia giudiziaria di Napolitano. Le immagini immortalate dalle videocamere di sorveglianza della zona, hanno rivelato che poco prima dell'allerta lanciata per l'incendio, Andrea Napolitano si allontanava dal luogo del delitto in bicicletta. Identificato, è stato raggiunto nel sua abitazione dove i carabinieri, nel corso di una perquisizione, hanno rinvenuto gli abiti sporchi di sangue. Il 36enne è stato condotto presso il carcere di Poggioreale, in attesa di interrogatorio.
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