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11 Maggio 2021 - 08:43
Duro colpo al clan Cutolo. I carabinieri del Comando provinciale di Napoli hanno eseguito misure cautelari, emesse dal gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia partenopea, nei confronti di 12 persone ritenute affiliate al gruppo camorristico radicato nel rione Traiano, quartiere della periferia occidentale della citta'. Tra gli arrestati anche esponenti del clan "Sorianiello". Gli indagati sono gravemente indiziati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, detenzione e vendita di sostanze stupefacenti, tentato omicidio e porto abusivo di armi.
Le indagini, condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli e della Compagnia di Bagnoli e coordinate dalla Dda di Napoli, hanno consentito di documentare e ricostruire l'attivita' del gruppo criminale, sotto l'influenza dello storico cartello dell'Alleanza di Secondigliano, capeggiato da Gennaro Carra, Vincenzo Cutolo (figlio di Salvatore e di Giuseppina Ostinato) e Francesco Pietrolungo.
E' stata fatta luce sulle dinamiche e sulle finalita' associative (traffico di stupefacenti ed estorsioni), nonche' sulle modalita' di gestione della "cassa comune", funzionale anche al mantenimento degli affiliati detenuti e dei loro familiari. In particolare, sottolineano i carabinieri, e' stato ricostruito un consolidato sistema di approvvigionamento e smistamento di sostanze stupefacenti che, attraverso la gestione delle 'piazze di spaccio' nel Rione Traiano, permetteva di commercializzare al dettaglio ingenti quantitativi di droga (cocaina, marijuana hashish).
Nell'ambito delle indagini e' emerso come il clan avesse organizzato l'uccisione di Francesco Minichini, ritenuto appartenente al gruppo 'nemico' con a capo Giuseppe Marfella, "da inquadrarsi nell'ambito della contrapposizione armata tra le due organizzazioni camorristiche per il controllo delle attivita' illecite nel rione".
Tra gli arrestati Giuseppe Mazzaccarro, elemento di vertice del gruppo camorristico facente capo alla famiglia Sorianiello, quale fornitore di droga attivo nel Rione Traiano; Giuseppina Ostinato, moglie di Salvatore Cutolo, e Antonio Calone (detto "Tonino di Posillipo"), affiliato alla famiglia Cutolo, pur conservando il controllo del quartiere di Posillipo.
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