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Bomba lanciata dal cavalcavia, il clan De Martino sotto assedio

Bomba lanciata dal cavalcavia, il clan De Martino sotto assedio

Polveriera Ponticelli, i De Luca Bossa vogliono conquistare il rione Fiat. Secondo attentato nel giro di 24 ore, semidistrutte otto macchine in sosta

NAPOLI. Due attentati in meno di ventinquattro ore per mettere il clan De Martino definitivamente all’angolo. Il cartello di camorra capeggiato dai gruppi De Luca Bossa-Casella alza il tiro senza pietà e a Ponticelli si consuma l’ennesima notte di inferno. Pesantissima, seppur senza feriti, la conta dei danni scaturita dall’esplosione dell’ordigno artigianale scoppiato l’altra sera in via Esopo: ben otto, infatti, le automobili in sosta danneggiate in maniera più o meno grave. Sul posto, informati da alcuni residenti terrorizzati, si sono subito precipitati i carabinieri che, effettuati i primi rilievi tecnici di routine, hanno subito avviato le indagini. La strada che conduce all’individuazione dei responsabili del raid resta però, almeno per il momento, tutta in salita. La dinamica dei fatti sembra ad ogni modo già piuttosto chiara. Il boato che ha scosso ancora una volta il quartiere della profonda periferia est di Napoli è stato avvertito poco dopo le 23.

È intorno a quell’ora che qualcuno a bordo di un’auto ha lanciato un ordigno artigianale dal cavalcavia della Ss 162 Dir indirizzandolo verso la sottostante via Esopo, strada che costeggia il rione Fiat, già teatro di recenti episodi di sangue, non ultimo il duplice agguato in cui è morto il 29enne Giulio Fiorentino ed è rimasto ferito gravemente il 23enne Vincenzo Di Costanzo, entrambi ritenuti contigui al clan “Xx”, sigla identificativa del gruppo camorristico De Martino. Secondo quanto riferito dagli abitanti del rione che hanno assistito alla scena, gli autori del gesto avrebbero agito con l’intento di centrare uno o più bersagli o comunque quasi sicuramente con l’intenzione di colpire il clan egemone in quella zona del quartiere. L’area è infatti ritenuta da inquirenti e investigatori il quartier generale del clan nato sulle ceneri della cosca De Micco, messa alle corde dalla raffica di arresti scattata tra la fine del 2017 e i primi mesi del 2018.

Tornando invece al raid di martedì notte, per fortuna non sono stati registrati feriti, ma la conta dei danni è stata davvero lunga. Stando infatti a quanto accertato dai carabinieri della compagnia Poggioreale e del nucleo Investigativo, ben otto macchine in sosta sono state danneggiate dalla scoppio. Circostanza piuttosto singolare: nessuna di quelle vetture è risultata appartenere a pregiudicati del la zona. Segno che chi ha teso l’attentato l’ha fatto con la chiara intenzione di “sparare” nel mucchio, ma con un obiettivo ben preciso: lanciare un avvertimento, l’ennesimo, ai giovani rad del clan De Martino. Che non tirarre una buona aria lo si era già capito la notte precedente, quando nel giro di poche ora sono stati prima esplosi tredici colpi d’arma da fuoco, dopo di che ignoti hanno piazzato una bomba carta su un’automobile parcheggiata in strada in via Vera Lombardi. In quel caso l’obiettivo è stato però messo a fuoco dagli investigatori: l’intimidazione sarebbe stata infatti rivolta al proprietario della macchina, Francesco Clienti detto “Tatà”, 55enne di Ponticelli, ex uomo di Sarno e suocero di uno dei capi dei De Martino, in guerra con l’alleanza De Luca Bossa-Casella. La macchina è stata distrutta ma nessuno è rimasto ferito. Un’escalation che ormai sembra inarrestabile

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