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15 Maggio 2021 - 07:00
Scampato a un agguato pochi mesi fa, farebbe parte dei nuovi Lo Russo. nseguimento da brividi a Miano, in manette il 33enne Bernardo Torino
NAPOLI. Girava armato con un complice, riuscito a fuggire, ma ha avuto la sfortuna di imbattersi negli attenti carabinieri motociclisti del nucleo radiomobile di Napoli. I quali hanno notato che il conducente del mezzo su cui viaggiava Bernardo Torino, 33enne nipote del boss pentito Salvatore Torino “’o gassusaro”, ha invertito il senso di marcia appena li ha visti e sono partiti all’inseguimento. Alla fine uno dei due fuggitivi è stato bloccato e ora gli investigatori si chiedono come mai l’uomo avesse addosso una pistola con il colpo in canna. In ogni caso è la dimostrazione del clima di tensione negli ambienti di malavita di Miano, dove sarebbe sorto un nuovo gruppo per ora definito “i nuovi Capitoni”. Conseguenza diretta degli arresti a raffica negli ultimi due anni tra i Balzano-Scarpellini e i Cifrone.
Dunque, sono stati i militari dell’Arma ad arrestare in flagranza di reato per detenzione di armi e munizioni Bernardo Torino, 33enne di Miano già noto alle forze dell’ordine e ritenuto legato agli Angellotti-ex Lo Russo (nuovi “Capitoni”). L’altro ieri sera in via Miano era in sella a uno scooter, come passeggero, quando si è verificato l’imprevisto che gli è costato le manette. Il complice alla guida si è accorto della pattuglia e immediatamente ha invertito il senso di marcia, procedendo a tutto gas. Ma la loro corsa in moto è terminata poco dopo, lungo sempre via Miano.
La fuga è continuata a piedi fino a quando Torino è stato raggiunto e immobilizzato in un parco condominiale da uno dei carabinieri. Perquisito, è stato trovato in possesso di una “Glock 17” con il colpo in canna e altri 10 nel serbatoio, calibro 9x21. L’arma era stata rubata e sarà sottoposta ad accertamenti dattiloscopici e balistici per verificare se sia stata utilizzata in fatti di sangue o di intimidazione. L’intervento dei carabinieri del nucleo radiomobile si è concluso con l’arresto di Bernardo Torino mentre si sta ancora indagando per identificare il complice, così come capire con precisione cosa sta succedendo a Mano è compito dei colleghi del Nucleo investigativo del comando provinciale e della compagnia Stella.
Di certo la fibrillazione negli ambienti di camorra di Miano non si è esaurita con l’omicidio di Salvatore Milano il 22 aprile scorso. Anche “Totore ’o Milan” era considerato legato a Pasquale Angellotti detto “Linuccio ’o cecato”, che secondo gli investigatori avrebbe cercato di riorganizzare il clan dei “Capitoni” contemporaneamente ai colpi giudiziari subiti dai Balzano e dai Cifrone a “Miano di sopra” e “Abbasc Miano”. Il 60enne era finito nel mirino dei nemici di camorra già a settembre scorso. Al secondo tentativo, dentro il bar che frequentava abitualmente, ci sono riusciti. Anche Bernardo Torino è reduceda un agguato, subito il 24 febbraio scorso, e forse era armato proprio temendo il bis. Allora disse che avevano cercato di rapinarlo e lui si era difeso mentre si trovava in corso Marianella. Gli investigatori subito ipotizzarono che la rapina potesse fungere da depistaggio nelle indagini, che comunque hanno sempre privilegiato la pista camorristica. Il 33enne ha precedenti per rapina, non per camorra e non è mai finito in inchieste sui clan di Miano.
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