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15 Maggio 2021 - 17:52
NAPOLI. Volano gli stracci in Dema. L’intervista rilasciata al “Roma” dell’ex capogruppo Rosario Andreozzi, passato nel nuovo gruppo ampio della sinistra insieme all’altra ex consigliera Dema Elena De Gregorio, ha scaldato gli animi a Palazzo San Giacomo e nel movimento del sindaco. Che Andreozzi, esponente di Insurgencia, fosse ormai lontano dal movimento a trazione Alessandra Clemente, era noto. Ma le parole d’addio hanno fatto molto rumore.
«Negli ultimi mesi Palazzo San Giacomo si è trasformato in un comitato elettorale. Al centro non ci sono più gli interessi della città, ma azioni amministrative volte all'accumulo di consenso personale», le dure parole che Andreozzi ha rilasciato al “Roma”, sottolineando ancora una volta come dietro la spaccatura in Dema ci sia la decisione di Luigi de Magistris candidare, senza confronto col movimento e con gli altri alleati, Alessandra Clemente. Chi è rimasto in Dema, però, non ci sta e risponde in maniera assai piccata.
Il consigliere Dema Claudio Cecere, in un post su Facebook, ripete per tre volte la parola «Vergogna». Pubblicando lo screen del titolo dell’intervista di Andreozzi, Cecere parla di «voltaspalle “improvviso” di persone da sempre a fianco del sindaco. Sono la parte della coalizione - dice riferendosi all’ex area movimentista di Dema - che ha incassato maggiori incarichi, assessorati e posizioni preminenti sedendo sulle poltrone di potere della città. Probabilmente, il vero errore politico o di valutazione politica di de Magistris è stato di fidarsi di volta gabbana seriali».
E ancora. Cecere parla di «atto di tradimento spudorato», di chi è «pronto a vendersi l'anima e, in modo spregiudicato, attaccare Alessandra Clemente, per attendere gli esiti elettorali e vendersi al migliore offerente per ricominciare il loro gioco di ricerca di poltrone mascherato in salsa ideologica».
Si fa sentire anche Laura Bismuto che attacca gli ex alleati parlando di loro come di «gente che, in questi ultimi cinque anni di amministrazione de Magistris, ha giocato ad assopigliatutto e ha pure vinto. Opportunismo e paraculagine hanno la meglio». E ancora, la Bismuto parla di «giochetti raccapriccianti che hanno come unico obiettivo il proprio posizionamento politico nella prossima tornata elettorale». Non solo con gli ex Dema. La Bismuto, però, rivolge i suoi attacchi anche all’attuale amministrazione e in particolare all’assessore al Lavoro Giovanni Pagano.
La Bismuto sostenne, a gennaio, la sua nomina ad assessore ma da qualche tempo, raccontano voci informate di Palazzo San Giacomo, tra i due c’è stata una rottura. E ieri, a margine della commissione Lavoro sulla stabilizzazione degli Lsu, ha scritto: «Sono un po’ sconcertata dall’approccio piuttosto approssimativo assunto dall’amministrazione. Alla mia domanda “quanti lavoratori socialmente utili oggi hanno il titolo e quanti stanno studiando per ottenerlo entro giugno?”, assessore e dirigente hanno dato risposte diverse».
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