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19 Maggio 2021 - 07:00
NAPOLI. Graziato dal Riesame con una sfilza di scarcerazioni, il gotha della mala di Soccavo torna alla sbarra per la conclusione del processo di primo grado e quella che ne viene è una raffica di condanne: ben tredici. Nonostante le pesanti accuse mosse nei confronti degli imputati, tutti a piede libero, il giudice del rito abbreviato ha però riconosciuto il vincolo della continuazione a quasi tutti i ras e affiliati, motivo per il quale il verdetto non ha del tutto soddisfatto le aspettative della Procura.
Queste, nel dettaglio, le pene inflitte dal giudice per le indagini preliminari: Antonio Scognamillo (difeso dall’avvocato Giuseppe Perfetto), 14 anni; Renato Pugliese, 12 anni; Salvatore Granillo, 11 anni e 4 mesi; Ciro Granillo (difeso dall’avvocato Giuseppe Perfetto), 11 anni; Giuseppe Granillo, 7 anni e 4 mesi; Umberto Calafiore, 6 anni e 8 mesi; Carmine Fenderico, 5 anni e 4 mesi; Eduardo Persichino (difeso dall’avvocato Roberto Saccomanno), 5 anni e 4 mesi a fronte di una richieste di pena di 8 anni; Salvatore Granillo (classe 1993), 4 anni e 6 mesi; Gaetano Ivone, 4 anni e 8 mesi; Gennaro Liccardi, 4 anni e 8 mesi; Marco Chiaiese, 2 anni e 8 mesi; Giorgio Esposito, 1 anno e 4 mesi. Del collegio difensivo facevano parte anche gli avvocati Antonella Regine, Antonio Abet, Luigi Senese, Giuseppe De Gregorio e Marco Bernardo. Concluse le indagini preliminari nel marzo 2019, a gennaio sono stati rinviati a giudizio ras, affiliati e fiancheggiatori del clan Grimaldi, accusati a vario titolo di aver portato avanti gli affari della cosca flegrea dal 2014 fino ad oggi.
Processo sprint, tra gli altri, anche per il ras Antonio Scognamillo, alias “Tonino ’o parente”. Gli imputati, ferma restando la presunzione di innocenza fino a prova contraria, avrebbero preso parte, anche con ruoli di spicco, alla cosca capeggiata dal boss Ciro Grimaldi. Concluso il rito abbreviato, per loro sono così arrivate le prime tredici condanne.
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