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19 Maggio 2021 - 07:00
Racket sull’affitto, restano dentro il ras Salvatore e i tre complici. Gennaro Imparato e Alessio Vicorito irreperibili dopo il blitz
NAPOLI. Due uomini del clan Giuliano sono riusciti a sottrarsi al rocambolesco blitz scattato sabato scorso tra i vicoli di Forcella. L’indagine lampo che ha portato alla cattura del commando di estorsori capeggiato da Salvatore “’o russo” è dunque tutt’altro che conclusa. Sul tavolo degli investigatori della Squadra mobile e degli inquirenti della Dda ci sono però già i nomi di due indiziati speciali: quelli di Gennaro Imparato, 32enne di vicoletto San Giorgio ai Mannesi, e Alessio Vicorito, 27enne di vico Croce Sant’Agostino. Anche loro avrebbero infatti preso parte alla violenta spedizione finalizzata a minacciare le sette inquiline di un appartamento di vico Pace un tempo di proprietà della famiglia Giuliano, ma poi confiscato e rivenduto all’asta. Uno “sgarro” che lo storico gruppo di mala di Forcella non ha mai mandato giù e così, dopo il ritorno a piede libero del figlio di “Zecchetella”, ecco che la cosca è tornata a battere cassa: «Da domani siamo noi i nuovi padroni qui! Domani alle due veniamo a prenderci i soldi dell’affitto», è stato l’avvertimento che i sei aguzzini avrebbero profferito il giorno prima di finire in arresto. Quando sabato scorso il commando è piombato nell’abitazione al piano terra di vico Pace 7 ad attenderli hanno infatti trovato gli uomini della Mobile e del commissariato Vicaria-Mercato che subito li hanno bloccati e ammanettati.
L’operazione è stata però tutt’altro che semplice. Quando la polizia è intervenuta è scattato il fuggi fuggi generale e in quel trambusto due degli componenti della paranza sono riusciti a dileguarsi. I malviventi, entrambi noti per i loro guai con la legge, sono stati però riconosciuti dai detective della Polstato, tant’è che i loro nomi figurano all’interno dell’ordinanza di custodia cautelare emessa ieri dal gip de Angelis: anche per loro, accogliendo la linea della pubblica accusa, il giudice ha dunque disposto la custodia cautelare in carcere. Resta però dacapire se e quando la polizia riuscirà finalmente e rintracciarli e catturarli. Quanto ai quattro fermati, vale a dire Salvatore Giuliano, il cugino Cristiano Giuliano, Antonio Morra e Giuliano Cedola, in sede di udienza di convalida si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere, senza rendere alcuna dichiarazione spontanea. Il gip non ha comunque battuto ciglio e, preso atto della gravità del quadro indiziario, ha disposto per loro la custodia in carcere.
Toccherà adesso al collegio difensivo (avvocati Roberto Saccomanno, Leopoldo Perone e Francesco Esposito) cercare di limitare i danni in vista del prossimo, eventuale ricorso al tribunale del Riesame. Per il momento, però, la permanenza dei quattro rampolli del clan Giuliano a Poggioreale non è in discussione.Erano circa le 18 di sabato quando Salvatore “’o russo”, il cugino Cristiano (figlio di Ciro “‘o barone”), Antonio Morra e Giuliano Cedola “’a polpetta” sono stati bloccati dai poliziotti. Gli affiliati al clan erano entrati nello stabile contrassegnato dal civico 7 di vico Pace, nel cuore dello storico quartiere del centro storico, senza immaginare di essere pedinati dagli investigatori, bravi a non farsene accorgere. L’indagine era partita grazie a una serie di voci insistenti su un giro di estorsioni, tra i 300 e i 400 euro al mese, ad opera di esponenti del clan Giuliano, tornato forte in zona dopo le scarcerazioni per fine pena di Salvatore (condannato per l’omicidio dell’innocente Annalisa Durante) e Cristiano. La reggenza del figlio di “Zecchetella” potrebbe però essere già giunta al capolinea
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