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20 Maggio 2021 - 07:00
Cocaina nella movida, il nipote del ras “’o gno” e il socio Giovanni Tucci incastrati da nove testimoni
NAPOLI. Pensava di essere riuscito a cavarsela con una condanna a meno di un anno e invece le indagini, dopo mesi dal suo arresto in flagranza, hanno continuato a fare il proprio corso e alla fine la giustizia è riuscita a presentargli il conto. Gennaro Masiello, 30enne esponente dell’omonima famiglia di mala dei Quartieri Spagnoli, martedì sera, come anticipato dal nostro giornale, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare per l’attività di spaccio che avrebbe condotto dal 2018 fino all’estate scorsa.
La condotta criminale sarebbe stata invece perpetrata insieme al complice Giovanni Tucci, 34 anni, addirittura dal 2015. I due specialisti dello smercio di cocaina al dettaglio per il momento sono riusciti a cavarsela con gli arresti domiciliari, ma per loro, in caso di probabile rinvio a giudizio, il rischio di andare incontro a una condanna severa è tutt’altro che remoto. Le indagini a loro carico sono arrivate a un punto di svolta grazie anche alla testimonianza di ben nove acquirenti, che, fermati dagli uomini in divisa dopo l’acquisto delle dosi, non hanno potuto far altro che ammettere le proprie responsabilità.
Dall’inchiesta sono inoltre emersi alcuni elementi piuttosto singolari. Masiello, come testimoniato da alcuni acquirenti, era solito farsi chiamare “Mario” nelle speranza di rendersi non identificabile nel corso di eventuali interrogatori o intercettazioni telefoniche e ambientali. Non solo, il pusher dei Quartieri Spagnoli era ormai diventato un punto di riferimento nella movida del centro storico, non a caso il suo ultimo arresto in flagranza, avvenuto l’11 luglio scorso, era scattato nel cuore dei Decumani. Il prezzo di una dose di cocaina, stando sempre a quanto sostenuto dai testi, si assestava invece sui venti euro.
«Quante palline ti servono?», avava chiesto al cliente senza immaginare che a meno di due metri di distanza ci fossero due carabinieri in borghese. Così nel pieno della movida del centro storico di Napoli, era stato incastrato Gennaro Masiello detto “Genny”, 30enne componente della famiglia di malavita che ha il quartier generale a due passi da largo Baracche. È rimasto di sasso quando i militari dell’Arma gli hanno stretto le manette ai polsi in flagranza di reato per spaccio di sostanze stupefacenti. Reato che gli è valso una condanna con rito direttissimo a 9 mesi con la sospensione condizionale della pena. Per cui il figlio di Gaetano e nipote di Antonio “’o gno”, nonché cugino di Vincenzo, è tornato a casa.
È anche imparentato con un altro personaggio molto conosciuto ai Quartieri Spagnoli: Carmine Furgiero “’o pop”, salito alla ribalta della cronaca cinque anni fa per la realizzazione di una piscina in strada destinata ai ragazzi della zona che non potevano permettersene una a pagamento. L’operazione in cui è finito nella rete Gennaro Masiello mirava a contrastare lo spaccio duante la movida del fine settimana. L’arresto era avvenuto in largo San Giovanni Maggiore, in zona Decumani, dove a un certo punto della serata l’allora incensurato è finito nel mirino dei controlli dei militari. La questione, vista l’ordinanza appena spiccata, potrebbe però essere tutt’altro che chiusa.
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