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25 Maggio 2021 - 09:05
Cadaveri di piccoli migranti ritrovati sulla spiaggia: «Abbandonati per più di 3 giorni»
"Sono ancora sotto shock per l'orrore della situazione, bambini piccoli e donne che avevano solo sogni e ambizioni di vita. Sono stati abbandonati su una spiaggia a Zuwara in Libia per più di 3 giorni. A nessuno importa di loro". A scriverlo su Twitter è Oscar Camps, il fondatore della Ong spagnola Open Arms, postando le foto choc di corpi senza vita di bimbi riversi su una spiaggia del Paese nordafricano, vittime probabilmente dell'ennesimo naufragio. "Corpi abbandonati. Vite dimenticate. L’orrore tenuto lontano perché scompaia. Vergogna Europa", scrive l'ong.
«Corpi abbandonati. Vite dimenticate»
Anche secondo la giornalista Nancy Porsia, esperta di nordafrica e Libia, i corpi sarebbero stati restituiti dal mare dopo un naufragio di un barcone di migranti ma sarebbero rimasti sulla spiaggia solo un giorno, sabato scorso, quando è stata segnalata la loro presenza. "Non sono stati lasciati lì per tre giorni. Questo è un malinteso. Il mio contatto li ha trovati a terra sabato scorso, ha immediatamente informato la direzione della sicurezza locale e nello stesso giorno il personale militare ha recuperato i cadaveri e li ha seppelliti nel cimitero di Abu Qamash", a ovest di Zuwara, ha spiegato Porsia che in precedenza aveva rilanciando quelle immagini drammatiche su twitter scrivendo: "Nelle ultime due settimane circa venti barconi di migranti sono stati sono stati messi in acqua da Zuwara , nell'ovest del a Libia… Alcuni cadaveri iniziano a riaffiorare sulla riva. Un uomo sabato ha trovato questi corpi, bambini. Un massacro".
"I governi europei, e anche molta informazione, dicono spesso che queste persone “sono morte”. In realtà, sono state “fatte morire”. Non si tratta di “incidenti” o di “disgrazie” imprevedibili. L’Europa ne dovrà rispondere. Perché queste tragedie si ripetono sotto lo sguardo delle autorità nel Mediterraneo" ha denunciato a La Stampa Oscar Camps, aggiungendo: "Queste persone non sono state “fatte morire” solo dai trafficanti, ma da quei governi che con la mafia libica hanno negoziato. Così hanno legittimato le organizzazioni criminali, in cambio di qualche barile di petrolio in più e di qualche migrante in meno. Senza chiedere in cambio neanche il minimo rispetto dei diritti umani fondamentali nei campi di prigionia. E ora i clan mafiosi libici alzano di nuovo il prezzo e ricattano i nostri governi".
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