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27 Maggio 2021 - 17:41
Folla ai funerali di Serena Cosentino. La mamma in lacrime colpita da malore
Ultimo saluto a Serena Cosentino, la 27enne di Diamante morta nell'incidente della funivia sul Mottarone insieme al fidanzato Mohammadreza Shahaisavandi di origini iraniane.
La bara, coperta di gerbere bianche e gialle, è arrivata in tarda mattinata nella chiesa di Gesù Buon Pastore, accompagnata da un lungo applauso.
Ad attenderla il sindaco Ernesto Magorno con il gonfalone della città e don Eugenio Hounglonou parroco della comunità.
I genitori Maurizio e Ada, il fratello Mauro e le sorelle Francesca e Federica, tutti, ad eccezione della mamma, con indosso una maglietta gialla, il colore della ricerca, erano già all'interno insieme ai familiari più stretti.
Tristezza e commozione ai funerali di Serena Cosentino
La giovane era impiegata da alcuni mesi a Verbania come borsista al Cnr - Istituto di Ricerca sulle Acque.
All'arrivo della salma la madre, visibilmente provata, si è inginocchiata lasciandosi andare ad un pianto dirotto e dopo pochi minuti ha avuto un malore.
Sono dovuti intervenire i paramedici per sedarla. Oggi, a Diamante, è lutto cittadino, proclamato dal sindaco in concomitanza con i funerali che si svolgeranno nel pomeriggio.
I funerali di Alessandro e Silvia: le bare dei fidanzati vicine in chiesa
Tanta tristezza e commozione nel saluto a Silvia Malnati e Alessandro Merlo, i due fidanzati morti nello schianto della funivia del Mottarone a Stresa.
I funerali, che per volontà delle famiglie si sono svolti nello stesso momento, sono stati celebrati oggi pomeriggio, giovedì 27 maggio, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria a San Fermo, quartiere di Varese in cui abitava la coppia.
In città è stato proclamato il lutto cittadino.
Nella chiesa del quartiere c’è stato anche chi, per l’emozione, non ha retto: durante la funzione funebre infatti è intervenuta anche un’ambulanza, chiamata a quanto pare per soccorrere una persona che ha accusato un malore.
Silvia e Alessandro erano da poco andati a vivere insieme: il loro futuro è stato distrutto da quella che sembrerebbe essere stata “una scelta consapevole”.
Stando alle indagini svolte finora dagli inquirenti, infatti, le tre persone fermate per la tragedia avrebbero ammesso di non aver inserito consapevolmente il freno di emergenza.
Silvia Manati aveva 27 anni e da poco aveva conseguito la laurea in Economia. Per diverso tempo aveva lavorato come commessa in un negozio Kiko. Alessandro Merlo invece aveva 29 anni.
Da qualche anno lavorava in un’azienda in Svizzera. Entrambi hanno vissuto fin dalla nascita nel quartiere San Fermo e proprio lì avevano deciso di prendere casa insieme, vicino alle loro famiglie.
La madre di Alessandro in un’intervista al quotidiano La Repubblica aveva detto: “Se mio figlio è morto per questo dovranno pagare”.
La donna ha poi spiegato di non aver avuto il coraggio di andare sul luogo dell’incidente e poi a riconoscere il corpo del figlio: “Non oso pensare come fossero ridotti i corpi di Alessandro, di Silvia e delle altre vittime.
Per questo ho preferito non andare, per ricordarmi mio figlio da vivo e non disteso su un letto in obitorio”.
Il piccolo Eitan intanto è sveglio e parla
Tragedia della funivia del Mottarone, il piccolo Eitan, unico sopravvissuto all'incidente, resta in prognosi riservata ma è sveglio e cosciente, parla con la zia e si guarda intorno.
Il bimbo, 5 anni, da domenica è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Infantile Regina Margherita di Torino.
Dal punto di vista clinico, però è sempre in prognosi riservata, dovuta al trauma toracico e addominale oltre che alle fratture agli arti che sono state stabilizzate nella notte di domenica nel corso di un lungo intervento chirurgico.
Nei prossimi giorni uscirà dalla Rianimazione e verrà trasferito in un reparto di degenza.
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