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28 Maggio 2021 - 07:00
Orrore nell’hinterland nord, il presunto violentatore indagato a piede libero
NAPOLI. Quell’uomo di cui si era sempre fidata ciecamente dopo il lockdown dello scorso anno non era più lo stesso: «Tutto è iniziato in estate, dopo la pandemia. Mi trovavo sul divano e durante la notte, mentre tutti dormivano, venne nel mio letto. Mi sono svegliata di colpo e me lo sono ritrovato in ginocchio vicino alle mie gambe». Quell’uomo, il suo patrigno, all’improvviso aveva svelato un lato oscuro che lei mai avrebbe immaginato: «Ha iniziato a toccarmi e a toccarsi. Poggiava le sue parti intime vicino alle mie mutandine. Ho provato a cacciarlo, si fermava per un poco ma dopo ricominciava. Gli dicevo di andarsene ma lui non andava via». L’incubo nel quale è precipitata Francesca C., 15enne di Giugliano, è così andato avanti per diversi mesi: da giugno fino all’ottobre scorso. A inizio marzo, dopo l’ennesima fuga da casa della mamma, l’adolescente viene però intercettata da una volante del commissariato di zona. Negli uffici di polizia la ragazzina decide quindi di togliersi quel macigno dallo stomaco e dai pensieri. La sua ricostruzione ha adesso trovato un primo sbocco giudiziario: il tribunale di Napoli Nord ha infatti iscritto nel registro degli indagati il patrigno Gaetano M., 39enne di Pozzuoli. Da brividi il capo di imputazione formulato a suo carico: violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima.
Secondo il gip, infatti, il presunto predatore avrebbe «costretto la figlia minore della propria moglie a subire atti sessuali con cadenza di circa due o tre volte a settimana». Determinante ai fini dell’indagine si è rivelata fin qui la lunga deposizione che la ragazzina ha affidato a inquirenti e investigatori poche settimane fa. Dal verbale dell’interrogatorio emergono tra l’altro una lunga serie di inquietanti dettagli, come il fatto che la mamma dell’adolescente, appreso dell’accaduto, non avrebbe l’avrebbe mai spinta a rivolgersi alle forze dell’ordine. Anzi, avrebbe addirittura tentato di ostacolarla in almeno un’occasione: «Mia mamma - ha sostenuto la 15enne - mi disse che dovevo avere un confronto con lui e lui mi accusò di essere stata io a toccarlo e a sedermi sopra di lui.
Questa discussione la registrai con il mio telefono». Di quel file, però, non ci sarebbe oggi più alcuna traccia: «Mamma mi fece cancellare la registrazione perché mi disse che i poliziotti e i carabinieri avrebbero scoperto tutto. È stata proprio mia madre a cancellare quei file, che qualche giorno prima avevo comunque fatto sentire anche a mia nonna, la quale mi crede e sa tutto». Proprio quest’ultima, dettaglio non trascurabile, è rimasta al fianco della ragazzina durante il lungo interrogatorio. Prima di concludere la deposizione la 15enne affida agli investigatori un’ultima considerazione: «Se avessi voluto mentire vrei potuto dire che Gaetano lo aveva fatto con me. Ma io voglio dire solo la verità. Io non ho paura di lui». Una vicenda atroce, i cui contorni sono però ancora tutti da ricostruire. Gaetano M. al momento resta indagato senza alcuna misura cautelare a carico. Il 39enne, difeso dall’avvocato Luca Felaco, è pronto a sostenere e dimostrare la propria innocenza in tutte le sedi giudiziarie possibili. La prima, determinante tappa sarà quella dell’incidente probatorio fissato per la prossima settimane e finalizzato all’acquisizione in ambiente protetto della testimonianza della minorenne. Ed è nell’ambito di questo passaggio cruciale che il difensore Felaco depositerà alcune cartelle cliniche che attesterebbero alcuni problemi psichici di cui la 15enne sarebbe affetta.
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