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31 Maggio 2021 - 07:00
La guerra tra i De Luca Bossa-Minichini e i De Martino. Le indagini sulla sparatoria.Le due donne si sono avventate contro il pistolero mascherato e armato
NAPOLI. Il killer del clan De Martino ha cercato di uccidere Luigi Austero (poi arrestato per la bomba lanciata dal cavalcavia), ma si è fermato di fronte all’intervento della madre e della zia del giovane ras di Ponticelli. Le due donne sono state brave: non hanno avuto paura della pistola impugnata dal giovane mascherato e si sono avventate contro di lui. Più tardi, nella caserma dei carabinieri, mentre raccontavano l’episodio è arrivato come una furia il 26enne invitandole a stare zitte. Un comportamento che ha fatto capire agli uomini dell’Arma chi fosse il bersaglio del raid fallito.
Ecco la ricostruzione della vicenda, datata 8 maggio 2021, nel pieno della guerra tra i De Luca Bossa-Minichini e i De Martino. Con una premessa: se il sicario non si fosse fatto lo scrupolo, oggi avremmo anche 2 vittime innocenti nel bilancio della faida di Ponticelli. Sono le 16 e 20 e a via dei Mosaici nel lotto 0, quartier generale dei De Luca Bossa, arriva un’Opel Meriva con 2 uomini a bordo, entrambi con il volto coperto da passamontagna. Il passeggero scende dalla macchina impugnando una pistola ed esplode alcuni colpi in direzione di un gruppo di giovani fermi sul ciglio della strada. A poca distanza si trovano la madre di Luigi Austero, una sorella della donna e una loro conoscente. Le quali sentono i colpi d’arma da fuoco, si girano e vedono l’uomo armato. Intuiscono cosa stasuccedendo e si è dirigono velocemente verso il pistolero gridando e inveendo contro di lui. Quest’ultimo allora si gira verso la madre del 26enne, le punta contro l’arma e preme altre 2 volte il grilletto.
Alza però il tiro e così non la colpisce. Dopodiché risale nell’autovettura guidata dal complice e insieme si allontanano. In via dei Mosaici, allertati da una telefonata anonima al 112, si precipitano i carabinieri e conducono le 3 signore negli uffici della caserma di zona per ascoltarle. Arriva anche Luigi Austero, che con fare spavaldo invita la madre a tacere. “Gino” Austero, imparentato con i Minichini, secondo il pentito Rosario Rolletta avrebbe partecipato al tentato omicidio nei suoi confronti. Ma la procura non ha ritenuto sufficienti le dichiarazioni di “Friariello” né sarebbe emersa dalle intercettazioni successive all’agguato la responsabilità del 26enne. In effetti la vittima sostiene che non lo conosceva e che rimase colpito dalla fronte sporgente del giovane seduto dietro nella macchina degli aggressori. A guidare era Nicola Aulisio (figlio di Luigi detto “Alì”) e al posto del passeggero c’era Giuseppe Righetto detto “Peppe ‘o blob”, entrambi arrestati (da ritenere comunque innocenti fino all’eventuale condanna definitiva).
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