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Alta tensione alle Case Nuove, Raffaele Caldarelli torna libero

Alta tensione alle Case Nuove, Raffaele Caldarelli torna libero

Il ras del Mercato aveva incassato cinque anni per una vicenda di racket. Scontata la condanna per estorsione, potrebbe rientrare a breve a Napoli

NAPOLI. Raffaele Caldarelli, 49enne padrino della storica famiglia di mala delle Case Nuove, torna di nuovo a piede libero. Scontata la condanna definitiva per racket, il ras del Mercato aveva trascorso gli ultimi due anni in casa lavoro. Secondo il tribunale di Sorveglianza il suo percorso di reinserimento sociale è però ormai pressoché concluso e per questo motivo ha deciso di concedergli il beneficio della licenza finale di esperimento, al termine della quale, tra circa sei mesi, in caso di riscontro positivo potrà considerare saldato il suo conto con la giustizia.

Per il momento Caldarelli rimarrà lontano dalla Campania, ma la notizia della sua “scarcerazione” potrebbe innescare presto qualche fibrillazione negli ambienti criminali del centro storico. Investigatori e inquirenti ritengono infatti che possa essere proprio lui a riprendere in mano le redini dell’organizzazione in un futuro ormai prossimo. La vicenda che aveva portato Raffaele Caldarelli dietro le sbarre risale alla fine del febbraio 2015, quando venne arrestato insieme ad altre due persone per estorsione aggravata dal metodo mafioso. Difeso dagli avvocati Sergio Lino Morra e Carlo Ercolino, il ras delle Case Nuove è però riuscito a limitare i danni in sede processuale, riuscendosela a cavare con una condanna definitiva a soli cinque anni e quattro mesi.

Già due anni fa il 49enne aveva poi ottenuto il trasferimento in casa lavoro, un passaggio che ha fatto da anticamera all’ultimo importante colpo di scena: per lui, salvo clamorosi colpi di testa dell’ultimo momento, il ritorno a piede libero è ormai quasi una formalità. Tornando invece alla vicenda per la quale era stato arrestato, si sarebbe trattato di una sorta di “dispetto”. Per vendicarsi del rifiuto ricevuto per entrare in una società per la gestione di un esercizio commerciale non esitò a contatta re un conoscente, noto negli ambienti della criminalità cittadina.

Dopo diverse richieste di estorsione subite, il titolare del bar denunciò l’accaduto alla polizia. Le indagini, eseguite dalla Squadra mobile, consentirono di arrestare tre persone, pregiudicate, appartenenti a due clan di zone diverse della città mentre una quarta si rese inizialmente irreperibile. Le manette erano scattate ai polsi di Raffaele Caldarelli, personaggio di spicco dell’omonima famiglia maavitosa delle Case Nuove, nel quartiere Mercato, di Luigi Esposito e di Antonio Piccirillo, alias “passerotto”, nipote del più noto Rosario Piccirillo “’o biondo”, esponente dell’omonima cosca con roccaforte alla Torretta, alla riviera di Chiaia. I tre erano stati colpiti da altrettante ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica partenopea. Gli investigatori avevano accertato che il tutto era cominciato da un prestito fatto da un’anziana signora, della zona della Torretta, al commerciante, C. T., che ne aveva necessità in quanto intenzionato ad aprire un bar. La cifra stabilita e data era stata di 70mila euro. Ma, la situazione si è complicata quando tra il gestore del locale e un’altra persona, a cui il primo si era opposto per farlo entrare nella società, scoppiava una violenta lite che portava a risvolti inattesi. Da lì scaturì l’intervento dei tre aguzzini.

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