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05 Giugno 2021 - 19:25
NAPOLI. Non solo a Napoli, dove è rimasto ormai con solo 12 consiglieri di “maggioranza” in consiglio comunale e senza partiti che appoggino la candidatura di Alessandra Clemente, il sindaco Luigi de Magistris è rimasto isolato anche in Calabria, dove corre come candidato a presidente della Regione. Ieri, infatti, il geologo Carlo Tansi, leader di Tesoro Calabria che presenterà tre liste alle prossime regionali, ha annunciato la sua rottura l’ex pm. In una lunga missiva, Tansi spiega i motivi della fine dell’alleanza.
«Gli avevo sottolineato - scrive Tansi rivolgendosi a de Magistris - come fosse opportuno mettere da parte ideologie, partiti e politici responsabili del fallimento. Impegno disatteso quando il comunista Mimmo Lucano, che de Magistris ha fortemente voluto in coalizione a lui ideologicamente affine, mi chiedeva cosa pensassi di inserire l'ex presidente Mario Oliverio nel nostro entourage. E che dire dei contatti romani tra de Magistris ed esponenti Pd e M5S senza che fossi informato».
Non si è fatta attendere la replica del primo cittadino: «Mi dispiace della scelta unilaterale di Carlo Tansi, che ho sempre considerato elemento centrale e di punta della coalizione, di abbandonare un'alleanza civica molto forte ed ampia, che solo lunedì scorso si era incontrata a Lamezia, in una riunione molto proficua», dice de Magistris che poi, però, passa all’attacco. Prima sottolina che Tansi non gli ha mai permesso di conoscere i suoi candidati.
Poi aggiunge: «Le sue doglianze sono tutte infondate ed andiamo avanti più convinti che mai e le nostre porte sono aperte per chiunque, anche della sua squadra, voglia effettivamente rendersi conto di quanto forte e giusta sia la nostra azione».
Intanto sul fronte del centrosinistra calabrese, va registrato il ritorno in campo come candidato del Pd di Nicola Irto che inizialmente si era defilato dalla corsa. Ad annunciarlo è stato il responsabile enti locali del Pd Francesco Boccia inviato in Calabria per risolvere la grana della candidatura. Insistono ancora voci su un accordo tra Dema e Pd, ma la strada sembra sempre più difficile.
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