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Clan Mariano, da rifare il calcolo della pena per ras e luogotenenti

Clan Mariano, da rifare il calcolo della pena per ras e luogotenenti

LA CASSAZIONE Processo su camorra, estorsione e droga: sentenza favorevole per molti imputati. Alla sbarra anche i pentiti Marco Mariano, che accusò il nipote omonimo, e Maurizio Overa

NAPOLI. Raffica di annullamenti con rinvio alla Corte di appello di Napoli, con riferimento alla determinazione della pena, da parte della Cassazione per buona parte degli imputati nel processo sul clan Mariano dei Quartieri Spagnoli. I magistrati della suprema corte hanno ritenuto erroneo il calcolo e così anche per alcuni dei condannati in via definitiva non scatterà a breve l’ordine di carcerazione. Tra le 35 persone coinvolte nell’inchiesta per camorra e droga e rinviate a giudizio c’era il boss Ciro Mariano, assolto in primo e secondo grado. Mentre il fratello Marco e Maurizio Overa (collaboratori di giustizia) così come il nipote omonimo di “Marcuccio” sono tra coloro per i quali si dovrà rideterminare la sentenza. Stessa sorte anche per altri personaggi noti: Antonio Esposito “’o pallino”, Antonio Masiello “’o no”, Raffaele e Salvatore Mariano, Ernesto Tecchio, Antonio Cardaropoli, Mario Tortora, Vincenzo Ricci, Patrizia Cinque, Luisa Gaetano. Assolto definitivamente invece il ristoratore Patrizio Franco. La decisione della Corte premia il lavoro difensivo degli avvocati Giuseppe De Gregorio, Gaetano Inserra, Leopoldo Perone, Andrea Imperato, Domenico Dello Iacono, Rocco Maria Spina, Dario Vannetiello, Nicola Quatrano, Arturo Cola, Giurida Sanseverino e altri noti penalisti. I quali hanno vinto anche la battaglia legale con la procura generale circa l’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga. La Cassazione infatti ha ritenuto inammissibile il ricorso del procuratore generale, per cui non sono cambiate le decisioni dei giudici di secondo grado per Antonio Castaldo, Eduardo De Crescenzo, Antonio Festa, Tobia Stile e Fabio Rossi. Già in appello rispetto al primo grado le pene erano state sostanzialmente dimezzate per tutti gli imputati, compreso il figlio di Ciro, Marco Mariano, difeso dall'avvocato Gaetano Inserra, condannato a 4 anni. Stessa decisione anche per Fabio Mariano (4 anni), Raffaele Mariano (6 anni) e Salvatore Mariano (4 anni). Pena ridotta pure per Eduardo De Crescenzo, Antonio Masiello, Vincenzo Ricci e Annamaria Dresda, che rischiavano condanne superiori a 10 anni e tutti assistiti dall'avvocato Giuseppe De Gregorio. Per Antonio Esposito, soprannominato "Pallino", difeso dal penalista Leopoldo Perone, 4 anni di reclusione e scarcerazione immediata. Armando Perrella, difeso dall'avvocato Giovanni Fusco, rischiava una condanna a 13 anni ed è stato condannato a 6 anni: inammissibile il ricorso del pm sull'associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Era considerato il braccio destro di Mariano e come altri è tornato in libertà. L'indagine del settembre del 2016 portò in carcere 35 persone, quasi tutte considerate vicine al clan Mariano dei Quartieri Spagnoli. Le accuse erano di associazione camorristica, estorsione e riciclaggio: secondo la procura molti dei soldi illeciti venivano riciclati in negozi che vendevano pesce e in altri che fornivano latticini. Ernesto Tecchio, genero dei Mariano, fu condannato a 6 anni di reclusione.

_ Da sinistra: Marco Mariano (pentito), Maurizio Overa e Antonio Esposito detto “’o pallino”

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