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Via Leopardi, l’appello dei commercianti dopo lo sgombero della palazzina pericolante

Via Leopardi, l’appello dei commercianti dopo lo sgombero della palazzina pericolante

Anna Coglitore, proprietaria di una delle sei attività ferme: «È giusto mettere tutto in sicurezza, ma abbiamo bisogno di un aiuto»

È avvenuto nella giornata di giovedì lo sfratto di venti famiglie, residenti in una palazzina di via Leopardi, quartiere Fuorigrotta, a causa di un’infiltrazione d’acqua. L’edificio, ai cui piani bassi sono ospitate anche varie attività commerciali, al momento bloccate, è stato definito pericolante e non accessibile.

Tra le attività chiuse, inoltre, vi è quella di vitale importanza di una farmacia, nella quale erano stati effettuati numerosi ordini di importanti medicinali, che a causa del guasto non sono più reperibili. C’è di più, venti famiglie, senza un tetto dove poter dormire, si sono dovute adattare alla situazione sfruttando chi un’auto dove poter passare la notte, chi case famiglia, i più fortunati, hanno potuto godere dell'ospitalità di amici e parenti.

Ma per quanto tempo potrà andare avanti? Anna Coglitore, proprietaria di una delle sei attività ferme, lancia il suo appello alle istituzioni: «È giusto mettere tutto in sicurezza, ma abbiamo bisogno di un aiuto.

Giovedì hanno chiuso tutto, negozi e case; noi siamo senza lavoro, altri senza la loro abitazione. A causa dell'infiltrazione in un primo momento le autorità avevano solo chiuso l'acqua per qualche ora, ma poi la situazione è peggiorata. Immediato è stato l'intervento dell'acquedotto che sembrerebbe aver ripristinato il guasto, ma senza la documentazione necessaria l’ingegnere Pagliarulo, il responsabile dello stabile, non può procedere con il da farsi.

Senza il permesso dei vigili del fuoco non possiamo accedere alla struttura. Dobbiamo lavorare - conti nua la signora -dopo un lungo lockdown stavamo ripartendo e iniziavamo a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel della dispeazione, non possiamo fermarci, come viviamo così?». Per la signora è giusto e doveroso mettere tutto in sicurezza, «siamo disposti ad aspettare che le cose si aggiustino, ma abbiamo bisogno di una mano».

I tempi sono molto lunghi e le pratiche avvengono in maniera molto lenta, si parla di trenta\quaranta giorni. «Bene, ma non un giorno di più. Serve una promessa valida da parte delle istituzioni che garantisca il rientro in possesso delle nostre vite, non parole che volano all’aria.

Parlo a nome di tutti, perchè l'interesse è comune» tiene poi a precisare. Domani mattina i condomini insieme con l'ingegnere si incontreranno con il Presidente della Municipalità di Fuorigrotta, Diego Civitillo, per poter comprendere fino in fondo la situazione e cercare di reagire nel migliore dei modi e nel più breve tempo possibile.

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