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Ridotto in fin di vita per gelosia, aggressore “graziato” in appello

Ridotto in fin di vita per gelosia, aggressore “graziato” in appello

Pena dimezzata dopo l’ammissione (arrivata in extremis) degli addebiti.Coltellate in piazza Bellini, Giuseppe Caiazzo se la cava con cinque anni.Coltellate in piazza Bellini, Giuseppe Caiazzo se la cava con cinque anni

NAPOLI. L’accoltellatore folle di piazza Bellini ammette le proprie responsabilità e in appello arriva per lui un clamoroso colpo di scena: condanna quasi dimezzata. Giuseppe Caiazzo, l’uomo che nel maggio dello scorso anno ha ridotto in fin di vita il rivale in amore Walter Natividade Fortes, al termine del secondo grado di giudizio è riuscito a cavarsela con una condanna decisamente mite, vale a dire cinque anni di reclusione a fronte dei nove incassati a gennaio nel rito abbreviato.

Determinante ai fini del verdetto dei giudici della quinta sezione si è rivelata la decisione dell’imputato di rinunciare ai motivi di appello e confessare il proprio coinvolgimento nella vicenda, già comunque comprovato dalle testimonianze di chi quel pomeriggio aveva assistito alla feroce aggressione, vittima compresa. Giuseppe Caiazzo, unico imputato per il tentato omicidio di Walter Natividade Fortes, al termine del rito abbreviato conclusosi il 21 gennaio scorso aveva rimediato nove anni di reclusione: addirittura uno in più rispetto alla richiesta di pena avanzata dalla pubblica accusa.

Il gip De Lellis aveva anche riconosciuto le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi, mentre il pm aveva chiesto l’esclusione di quest’ultima ritenendo che l’aggressore avesse agito su impeto delle confidenze che le erano state fatte dalla compagna, la quale aveva in precedenza sostenuto di essere stata molestata dalla vittima. Ed è proprio su quest’ultimo fronte che era maturato un ulteriore importante colpo di scena. In ordine all’accusa di tentata violenza sessuale già il pm aveva archiviato la posizione di Fortes, assistito dall’avvocato Paolo Gallina, dichiarando pretestuosa la ricostruzione avanzata dall’imputato. Dell’aggressione di piazza Bellini il nostro giornale era tornato a parlare nel dicembre scorso, quando si apprese della clamorosa accusa mossa nei confronti di Fortes. Dopo essere stata quasi accoltellata a morte, la parte offesa nel processo conclusosi pochi mesi fa si era ritrovata, suo malgrado, a dover fare i conti anche con un infamante sospetto: quello di violenza sessuale. Fortes aveva passato dei mesi infernali: la donna aveva infatti puntato il dito contro di lui sostenendo che in almeno un’occasione avrebbe provato a molestarla toccandole gambe e genitali.

Una potenziale tegola giudiziaria che non ha però fatto molta strada: il pubblico ministero, dopo aver inizialmente iscritto Fortes nel registro degli indagati, ha infatti archiviato il fascicolo in quanto le due testimoni tirate in ballo dalla presunta parte offesa hanno del tutto smentito la ricostruzione della presunta aggressione sessuale. Fortes, difeso dall’avvocato Gallina, una volta scagionato dalla pesante accusa ha quindi deciso di passare al contrattacco presentando querela per calunnia. Le immagini di Fortes riverso nel sangue a piazza Bellini sono ancora oggi ben impresse nell’immaginario collettivo della città. Quello del napoletano di origini capoverdiane è del resto un volto noto nella scena “underground” del capoluogo e in tanti nell’ambiente sapevano dei problemi che intercorrevano tra lui e il “rivale”. La pena inflitta in appello è stata però ben al di sotto delle aspettative.

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