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17 Giugno 2021 - 07:00
NAPOLI. Due richieste di ergastolo per il clamoroso omicidio di Vincenzo De Bernardo, legato ai Mazzarella di San Giovanni a Teduccio e ucciso a Somma Vesuviana nel 2015 per un duplice movente: attaccare il clan che si stava espandendo anche nel Nolano e vendicare la morte di Emanuele Sibillo, in cui avrebbe avuto un ruolo un nipote di De Bernardo. Ieri il pubblico ministero, al termine della requisitoria, ha chiesto l’ergastolo per il boss Ciro Rinaldi detto “Mauè” e Luisa De Stefano, una delle “Pazzignane”.
«Lo abbiamo fatto ammazzare noi», ha detto Luisa De Stefano, 48 anni, regista delle Pazzignane, un gruppo di Napoli est e vicino al cartello del boss Ciro Rinaldi detto Mauè. Lei rivendicava il ruolo centrale nell'omicidio di Vincenzo De Bernardo, alias “Pisello”, avvenuto a Somma Vesuviana l'11 novembre 2015. «Lo abbiamo fatto ammazzare noi. E Enzina ha fatto il messaggio», avrebbe rivelato a un uomo, Massimo Pelliccia, che si pentì eraccontò tutto agli investigatori dell'Arma. “Enzina” è Vincenza Maione, anche lei “pazzignana”, imputata e che rischia l'ergastolo. Il movente fu duplice secondo la ricostruzione: da un lato fronteggiare l'espansione dei Mazzarella anche nel Nolano e nel Vesuviano, dall'altro vendicare l'assassinio di Emanuele Sibillo, il 19enne ucciso anche da Roberto De Bernardo, il nipote della vittima a cui aveva offerto ospitalità. Il collegio difensivo è composto da Antonella Regine, Salvatore Impradice, Raffaele Chiummariello e Antonio D’Anna. Penalisti di spicco che cercheranno di dimostrare come le accuse dei pentiti siano da non prendere in considerazione perché tutte “de relato”.
La sentenza è attesa per luglio. Luisa De Stefano e Vincenza Maione, sono cugine tra loro. La prima è la madre di Roberto Schisa (personaggio di spicco di Ponticelli, estraneo alla vicenda, e oggi collaboratore di giustizia) mentre la seconda è imparentata con Ivan Maione, finito nel mirino degli inquirenti molti anni fa per l’omicidio di Salvatore Mazzarella, il fratello buono della famiglia di camorra di corso San Giovanni a Teduccio. Le due hanno 48 e 43 anni.
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