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Killer scatenati ai Quartieri, in quattro fermati e rilasciati

Killer scatenati ai Quartieri, in quattro fermati e rilasciati

Pomeriggio di sangue in vico Lungo San Matteo, subito sprint nelle indagini

NAPOLI. Volevano uccidere un parente dei Mazzanti i componenti del commando entrato in azione l’altro ieri sera in vico lungo San Matteo: un uomo che in quel momento transitava su uno scooter vicino al ponteggio che l’artistarestauratore Enrico De Maio e l’operaio Vittorio Vaccaro stavano smontando per fine lavori. Ma i due sicari che hanno sparato non sono stati precisi, anche perché il bersaglio era in movimento, e al suo posto hanno colpito i due incensurati. Già nella notte c’è stata una svolta nelle indagini, ma a metà: quattro giovani, legati al gruppo Nocerino-Verrano (di cui abbiamo scritto sull’edizione di ieri in contrapposizione ai Mazzanti-Valentinelli), sono stati prelevati nelle rispettive abitazioni, condotti agli uffici della questura, sottoposti allo Stube e rilasciati.

Cosicché al momento sarebbero semplici “sospetti” N.C., V.M., C.F. e B.C. , tutti della zona e assolutamente da considerare innocenti fino a prova contraria. Non c’erano elementi a loro carico e sono tornati a casa all’alba. Il retroscena dell’agguato che stava per costare la vita a 2 onesti lavoratori ha un duplice movente: i contrasti scoppiati da alcune settimane tra i 2 nuovi gruppi di malavita per il controllo degli affari illeciti a Sant’Anna di Palazzo e l’odio tra le famiglie Mazzanti, Valentinelli e Verrano. Non va dimenticato che Francesco Verrano, giovane ras soprannominato “Checcolecco” e attualmente detenuto, è stato condannato per l’omicidio di Mario Mazzanti. Il padre di “Checcolecco, Gennaro, fu ammazzato da Francesco Valentinelli, anch’egli in carcere dopo una sentenza di condanna. A completare il cerchio, nella ricostruzione degli inquirenti, c’è l’amicizia fin da piccoli tra Verrano junior e uno dei fermati (poi rilasciati), imparentato con i “Fraulella”.

Chiarito il retroscena, i poliziotti della Squadra mobile della questura con il coordinamento della Dda hanno acquisito le immagini di alcune telecamere private e raccolto informazioni confidenziali e testimonianze dal luogo dell’accaduto. Ne è venuta fuori una ricostruzione che esclude categoricamente l’ipotesi di un agguato a Enrico De Maio o a Vittorio Vaccaro. Purtroppo i 2 incensurati, che stavano ristrutturando l’immobile di un parente, si sono trovati a pochi metri dal parente dei Mazzanti preso di mira dai sicari e riuscito a dileguarsi nei vicoli rapidamente, seminando i 2 pistoleri. Questi ultimi, anch’essi in scooter, avevano le spalle coperte da un altro motorino con altrettanti complici, che però non avrebbero fatto fuoco. In vico lungo San Matteo in pochi secondi si è scatenato l’inferno tra i feriti a terra, le grida degli abitanti, le sirene delle ambulanze e delle forze dell’ordine.

All’ospedale dei Pellegrini i medici hanno operato d’urgenza Enrico De Maio, 56enne dell’Arenella trattenendo in attesa di intervento chirurgico Vittorio Vaccaro, che invece abita ai Quartieri. La prognosi per il primo è ancora riservata, ma le sue condizioni sarebbero in leggero miglioramento. L’altro, colpito di striscio, non è mai stato in pericolo di vita. Sul posto la Scientifica ha trovato 10 bossoli 9x21 e 7,65, a dimostrazione che hanno sparato a ripetizione tra il fuggi fuggi generale. Enrico De Maio ha un curriculum artistico di tutto rispetto, dalla realizzazione del video “Napocalisse” alla collaborazione con laboratori di restauro alle vetrate della chiesa di San Domenico.

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